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RE:LIFE, RE:BORN, RE:TWISTED : flashback memories ( family, I )


Scritto il: 15 Maggio 2021
Autore: universalglitchz

Voto: 0

[ avvertenze senza illustrazione dell’estratto: è all’interno presente un comportamento abusivo, sia fisico che psicologico – panacea su cui si dirama il personaggio, invito quindi a non leggere se si è sensibili a determinati contesti.



« мой генерал*. », melliflua la voce di Svetka ad accostarsi alle orecchie. « Ora basta, le tue mani sono preziose. »

L’alito pregno di alcol stava ostruendo ulteriormente il condotto nasale compromesso dal sangue, la bile ricacciata indietro mentre la vista cercava di disappannarsi ma il gonfiore, alla tempia destra, appariva come un ostacolo insormontabile. La lucidità compromessa come la maggior parte del corpo, ancora schiacciato sotto il peso dell’uomo, rintoccava lentamente tra cosa in quella stanza creasse in lui più schifo e più il pensiero tentava di stabilizzarsi, più la mole di tale rifiuto si accalcava al bisogno di rimettere le sue stesse viscere.

« Ecco, respira piano, lentamente. Lascia che l’aria riempia i tuoi polmoni, sentili mentre si espandono. », mormorano le labbra piegate in un dolce sorriso di contrasto, faticosamente messo a fuoco. « Non è colpa tua se non capisce, se non riesce a vedere al di là di se stesso. »

Le spalle di Yakov iniziarono a disperdere la tensione, piano la postura a raddrizzarsi fino ad andare in appoggio contro il petto della moglie, tra quelle braccia che lo cinsero in una stretta talmente confortante da fargli emettere un profondo respiro – liberando parzialmente il corpo di Mot, di cui l’anima era più tumefatta dell’epidermide del viso. I sensi totalmente alla deriva in quella metastasi in cui era nato, sempre più dedita a propagarsi ed ora sul precipizio di una risata isterica che avrebbe voluto liberarsi davanti all’ennesimo plagio, a quelle parole becere nel loro dualismo, ma dalle labbra non uscì altro se non lo scarno pranzo consumato qualche ora prima.

« No, no, no. » Svetka chiuse la mano sul pugno già proteso e propenso ad una nuova caduta, portando la gemella a premere sul torace del marito. « Non ne vale la pena, perché invece non vieni con me, mh? Ti ho preparato un bagno caldo, hai bisogno di lavare via questo sporco. », soffiò nella pressione delle labbra contro la tempia di Yakov. « Sono certa che rifletterà sulle sue azioni e ne farà tesoro. »

Mot aveva il bisogno fisico di cedere all’iperbole genitoriale, di abbandonarsi alla privazione dei sensi come se stesse continuando a soffiare dentro ad un apparato forato, stremato da quella frattura che ora chiedeva tempo per riplasmarsi nuovamente ed energie, mancanti per la rinnovata sopportazione e soppressione della rivolta interna, ancora troppo poco articolata per confrontarsi con le eventuali conseguenze. È la totale mancanza della presenza di Yakov sul corpo, ora in piedi nell’essere guidato dalla donna verso la porta della stanza spoglia e logora, a fargli venire il primo e vero capogiro di resa, abbandonando qualche attimo la vista ad un buio consanguineo.

« Prendiamoci il nostro tempo, мой генерал. » Il suono familiare coincidente con il pavimento in legno, a seguire le parole della madre, suggeriva al giovane corpo stremato la presenza del secchio ricolmo d’acqua lasciato vicino alla porta. « Laviamo via la nostra sofferenza con ogni premura possibile, accogliendola e amandola profondamente. » Allontanandosi insieme ai passi, la voce iniziò ad accompagnare la chiusura della vecchia porta in un cigolio. « Perché è solo tramite questa che potremmo raggiungere la nostra pace. »

Disperso sul pavimento della camera, il pensiero insieme al suo corpo, in una curva ripida delle labbra nel suo semplice accenno gelido tra il sangue e la bile – la sicurezza di ritrovare la condanna della vita, alla radice del tanto agognato abbandono fino a quel momento desistito e nella ennesima tempra sudicia a cui era stato indotto, l’aggregarsi di una nuova tessera a quel puzzle che lo componeva e di cui ad ogni incastro, nutriva il drastico ed irreversibile abbandono dell’umana compassione e pietà.



* “mio generale” in russo.







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