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L’avevo vista il 30 ottobre in cucina, intenta ad intagliare con precisione una zucca. Non mi ero avvicinata.
La sera dopo cercava qualcosa nel mio armadio, forse un abito per la festa di Halloween.
Prima non l’avevo mai notata, ora la notavo ogni giorno.
Aveva all’incirca la mia età. Un giorno stavo fumando, vedendola passare le ho chiesto se aveva da accendere. Mi ha detto di no, mi ha detto che fumare faceva venire il cancro e io le avevo detto che aveva ragione.
Mi aveva detto che suo fratello si sarebbe arrabbiato a vedermi spegnere le sigarette contro i muri di casa sua, che era un interior designer di nome Chad e che viveva li insieme al suo ragazzo.
Non mi stupii affatto quando qualche giorni dopo ritrovai il suo viso in soffitta, immortalato sulla carta ingiallita di una foto accanto ai proprietari precedenti morti lí e ad un altro ragazzo. Cosi il pomeriggio mi diceva che sarebbe uscita dal college con ottimi voti, appena tornata a casa. Diceva che avremmo dovuto scambiarci delle mail per non perdere i contatti, che l’anno dopo sarebbe tornata dal fratello.
Era bello guardarla, era uno spreco: Tutte quelle qualità perse per sempre, distrutte. Morte.
Ma Berenice non lo sapeva, lei credeva ancora alla festa della consegna dei diplomi e al ballo di fine anno.
Lei si aspettava ancora qualcosa.

-Violet.