Isabel Blossom.
Dalla Famiglia Inglese Blossom, primogenita di tre sorelle. Figlia di Edward e Caren Blossom, mercante di stoffe, viaggiatore, semplice borghese e amorevole padre.
Essere la primogenita è sempre stata una grosse responsabilità, come quella di entrare in società poco dopo la morte di mio padre e di mia madre. Adesso era necessario più che mai che trovassimo marito. O almeno, era cio che i nostri genitori ci spingevano a fare, o quanto meno, mia madre. Dicevano che era necessario sistemarsi per vivere una vita agiata. Mio padre mi replicava sempre un piccolo occhiolino a quelle frasi tanto formali e costruite. Conosceva i miei desideri. Amavo la scrittura, la lettura, e intendevo coltivarla, e da buona romantica quali sono i romanzieri, volevo trovare l’amore, e non sposarmi per convenienze, scontato, come qualsiasi romanzo alla quale mi ispiravo, ma chi non lo vorrebbe?.
Lui l’aveva trovato l’amore della sua vita. Mia madre.
L’essere cocciuta e caparbia, con esagerato senso dell’umorismo, decisamente pungente per gli uomini, secondo mia madre, mi aveva sempre contraddistinto al contrario delle mie pacate intelligenti e perfette sorelle.
Adoravo quelle due, nonostante la nostra diversità passiamo giornate intere a leggere, parlare e a cucinare. Sono le persone alla quale affiderei la mia vita. Posso fidarmi solo di chi, come loro, so che non mi tradirebbe mai.
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-"Cara Isabel, ti scrivo per conoscere il tuo stato d’animo. Ho avuto la triste notizia di tuo padre giusto questa mattina. Probabilmente il ritardo è dovuto al fatto che ho nuovamente spostato la mia dimora. Sai perfettamente quanto non mi piace vivere all’interno delle rumorose e caotiche città. Come destinazione ho scelto una meravigliosa dimora di campagna, contornata da un folto bosco di abeti. Dovresti venire a trovarmi con le tue sorelle ogni tanto, potremmo prendere un tè, come facevate da bambine. Inoltre ho una cosa molto importante di cui parlarti. Spero di rivere tue notizie al piu presto mia cara. Con Affetto,
Lady Carthley "-
Conoscevo quella donna fin dalla mia nascita. I miei genitori dicevano di avere un rapporto speciale con quella donna, anche se non era ben vista dalla società, e non avevo mai compreso le motivazioni. Questo la portava spesso ad isolarsi dalla società e a vivere in mezzo alle campagne inglesi. Era una brava donna in compenso e ci voleva bene. Credo che dovrei davvero andarla a trovare e sentire cosa ha da dirmi.
Amor Vincit Omnia.
Era ciò che mi ripeteva mio padre.
In momenti come quelli di difficoltà poter contare su di un uomo era una grande impresa. Mio padre è sempre stato l’unico uomo in cui riponessi fiducia, fino a quando non ci ha lasciate.
Eravamo io, Laila e Dhalia quella notte, quando la domestica con la luce della fastidiosa candela venne a disturbarci, per darci la triste notizia. Un infarto.
Era molto comune per gli uomini della sua età di questi tempi. Eppure non beveva tanto, fumava una misera pipa ogni tanto, aveva un lavoro poco stressante. Eppure.
Ho sempre creduto che la morte della mamma cinque anni prima, non gli avesse giovato. Era sempre cosi triste, tentava di celarlo ma io e Dhalia lo sapevamo. Quella morte lo aveva distrutto. "Omnia Vincit Amor et nos cedamus amori" . Aveva ragione. l’Amore vince su tutto, e dobbiamo arrenderci ad esso, e probabilmente quella notte, lui lo fece, senza pensarci.
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