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ErikP. Ruola con me!
PROFILO INATTIVO (dal 2019-05-21)
Grado Allievo

GDR: Once upon a time Free

Categoria: Buoni

Prestavolto: Hedlund Garrett

Status: Sposato Ariella


The Story









Come poteva essere giunto sino a QUELLO ?
Come potevano, due creature marine, tradire la propria consorte; portando tutto questo ad uno scontro che non avrebbe cessato di smettere!
Lui, Principe, non poteva / ne’ tantomeno voleva / attaccare il Mare Atlantico, / senza nemmeno pensare che avrebbe potuto fare soffrire la sua amata / sapeva benissimo che avrebbe fatto soffrire sua moglie Ariel, anche sua figlia Melody, non poteva.
Ed ora si trovava lì, in quell’oscura fortezza, a scontrarsi - seppur non nel vero senso della parola-.
«Dobbiamo fare assolutamente fare qualcosa. . . » Mormorò all’improvviso il principe, girandosi lentamente verso la propria amata, appoggiando le mani contro il suo volto, così dolce, accarezzandoglielo dolcemente. Perchè la realtà era quella. Sebbene avesse dovuto combattere, egli avrebbe deciso di starle completamente vicina ed, non l’avrebbe lasciata, a costo di rischiare la vita.


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[commento]

- Ariel... Ariel, tesoro, sei qui ?

Invece di rispondere subito, dispettosa come sempre, Ariel si nascose dietro le tende della stanza. Da che si erano sposati, il povero Eric si ritrovava costretto a girare tutto il castello ogni giorno, per la voglia di giocare della sua affascinante consorte.

- Ariel, non è divertente - sottolineò il principe, cercandola invano di stanza in stanza.
- Lo dici tu - pensò Ariel, soffocando una risata divertita con la mano.

Eric si grattò la testa, ripetendo a gran voce la propria resa, allorché Ariel gli sgattaiolò dietro le spalle per prenderlo di sorpresa e coprirgli gli occhi beffardamente.

- Ah, finalmente!

Eric si voltò e, prima di poter fare o dire qualsiasi cosa, Ariel prese a coccolarlo come sempre.
Il principe tacque.
Era troppo innamorato di lei, per dare peso a tanti piccoli scherzetti innocenti, oltretutto il sorriso sereno e felice di Ariel era una fonte di gioia più grande della sua bellissima voce. Di tutti i tesori del mare, le ricchezze incommensurabili cui Re Tritone avrebbe potuto rinunciare senza neppure accorgersi della differenza, Ariel era senza dubbio quanto di più prezioso l’oceano avesse...

- Sei arrabbiato? - domandò lei sottovoce.
- No - rispose l’altro sincero, tenendole la mano tra le proprie e sfiorandola appena con le labbra. - Non potrei mai essere arrabbiato con te!
- Ah, sì... Allora dimostramelo!
- Ehi, ma...

Proprio quando sembrava sul punto di baciarlo, Ariel gli pizzicò il naso con le dita sottili e fece per divincolarsi. Stavolta però, nell’agguantarla per impedirle di scappare, Eric la sollevò da terra in un abbraccio strettissimo facendola urlare e ridere allo stesso tempo.

- Presa - esclamò.
- No, non vale - strillò Ariel.
- Oh sì, eccome... Stavolta non ti mollo!
- Neanche per la promessa?
- Quale promessa ?!? - fece lui stupito.
- Hai promesso di venire con me sulla spiaggia, stasera - gli ricordò dunque Ariel. - Però devi mettermi giù, prima!

Subito Eric la lasciò andare e, dopo essersi liberato della scomodissima giacca dell’uniforme, si lasciò condurre mano nella mano da una vivacissima Ariel. Sirenetta nel volto e nel cuore, la fanciulla sapeva sempre comportarsi con grande naturalezza e vitalità, non come le aristocratiche pompose nobildonne sulla terraferma.
Ariel era reale, concreta, genuina nei modi come nei sentimenti.
Perciò Eric non poteva fare a meno di amarla.
Appena giunti in spiaggia, sfilandosi le scarpe con noncuranza, la fanciulla prese a correre e saltare sulla sabbia a piedi nudi. L’aria fresca e il profumo della brezza marina, col suo intenso odore salmastro, sembravano quasi ricaricarla con l’essenza stessa della vita.
Mentre era immobile sulla riva, gli occhi chiusi con le gonne e i capelli che le svolazzavano al vento, Eric sarebbe rimasto ore ed ore ad ammirare in silenzio la sua figura come quella della più affascinante polena che nessuna nave poteva vantare.
Quella era Ariel, il Tesoro del Mare!

***

Eric non aveva quasi memoria della notte in cui era stato salvato da lei.
Il suo primo ricordo visivo di Ariel era assai confuso ma, una volta messa insieme l’evidenza dei fatti, il suo cuore ormai non aveva più dubbi. Gli occhi della sirena, così come pure il canto dolce e melodioso di lei, lo avevano riportato alla vita.
Anche nel loro incontro successivo, quando lei era stata privata della voce dalla perfida Ursula, Eric aveva "percepito" comunque qualcosa solo guardandola.
Gli occhi, i capelli, il volto...
Non aveva che un vago ricordo della sua misteriosa soccorritrice dalla voce soave, quasi un’allucinazione, eppure quella fanciulla vestita alla meglio con vele logore era vicinissima all’immagine sfocata della sua mente.
Ancora adesso, pur con tutte le giustificazioni possibili, Eric continuava a rimproverarsi per non averla riconosciuta subito.
Ricordava una voce, non un volto, eppure il suo cuore ebbe un tuffo non appena i loro sguardi si incrociarono.
L’uno negli occhi dell’altra.
Ariel, venuta a lui dal mare, era quanto di più bello Eric avesse mai visto o sognato nella sua vita.
Sogno?
Realtà?
Difficile dire dove finisce l’uno e dove comincia l’altra, e viceversa, ma altrettanto difficile stabilire un netto e insormontabile confine tra le due cose.
Eric aveva creduto in ciò che non aveva quasi neppure visto, solo sentito: un sogno, appunto, e ciononostante aveva scelto di credervi con tutto il cuore.
Il suo cuore aveva creduto in un sogno e quel sogno era diventato lei.
Ariel...

***

L’acqua che la fanciulla prese a schizzargli addosso, distogliendolo bruscamente dai suoi pensieri, spinse Eric a risponderle allo stesso modo. Entrambi si misero a giocare come ragazzini, scambiandosi alti spruzzi di acqua limpida e cristallina, per poi ritrovarsi a correre e saltare sul bagnasciuga in preda alla gioia e all’emozione reciproca.
Erano insieme.
Oggi e sempre, come il primo giorno del loro amore, e niente poteva negare loro questa gioia.
Improvvisamente Ariel prese una forte rincorsa, balzando agilmente verso l’innamorato che l’attendeva a braccia aperte, ed entrambi si ritrovarono letteralmente a sguazzare in un metro d’acqua. Incuranti dei vestiti bagnati, o del sapore acre del sale sulle labbra, i due si strinsero l’uno all’altra con grande passione.
Rossi come corallo tra le onde, i lunghi capelli di Ariel erano ancora più seducenti.
Eric amava i suoi capelli, amava tutto di lei, solo che non vi erano sufficienti parole per esprimere a voce ciò che provava.
Tuttavia ad Ariel non interessavano le parole.
L’amore è un linguaggio muto, universale nel suo significato, e tutto ciò che chiede si riassume attraverso la semplicità di un gesto.
Un gesto puro.
Un bacio sincero.
Senza memoria, proprio come le acque del mare attorno a loro, scomparendo lungo la linea dell’orizzonte ma restando nel cuore di coloro che si amano.
[/commento]






Carly Rae Jepsen - Call Me Maybe



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