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PROFILO INATTIVO (dal 2020-05-31)
Grado Allievo

GDR: Harry Potter

Categoria: Hogwarts - Tassorosso

Prestavolto: Dogusheva Darya


Agnes Peterson
Gdr: Harry Potter
Agnes Peterson ha 24 anni, Tassorosso, e una grande voglia di mettersi alla prova. Nata da una famiglia mezzosangue, Agnes sin da piccola ha mostrato talento magico, riguardante prevalentemente la cura degli animali. Un giorno Ferguson, il suo cane leonberger, durante una battuta di caccia con il padre, Marcus Peterson, era stato attaccato da un cinghiale. Marcus non era uno stregone,quindi non potè fare nulla sul momento, se non caricarsi in spalla Ferguson e portarlo a casa. La moglie, Matilda, sfortunatamente non era in casa, così mentre Marcus cercava di pensare ad un soluzione che non implicasse lo sparare in testa al fedele cane, Agnes gli stava accanto. Furono le mani della piccola strega infatti a curare il cagnolone, che da quel giorno le fu più fedele di prima. Marcus e Matilda Peterson abitavano ad Aberdeen in Scozia, sulla costa orientale. Avevano acquistato un vecchio faro vicino ad uno strapiombo sul mare. Non era un granché, ma ai Peterson piaceva. Con gli anni e il duro lavoro riuscirono a sistemarlo fino a farla diventare la ’casa ideale’. Poco dopo arrivò Agnes prima e Ferguson poi. Erano felici. Agnes, all’età di undici anni fu smistata in Tassorosso, come la madre, ma un’infausto evento colpì la sua famiglia a metà del 4^anno, prima di Natale. Il padre, durante la spesa - che facevano solo da ’Edward il fornaio e non solo’ (che era un mago), era stato coinvolto in un combattimento magico, perdendo la vita. Edward, si venne poi a scoprire minacciato da alcuni loschi figuri vestiti di nero, che erano interessati ad usarlo come punto di scambio messaggi. Edward non aveva ceduto e non si era unito a loro e per questo erano andati a distruggergli il negozio. Marcus fu solo una pedina irrilevante, disgraziatamente caduto. Gli Auror a cui si era rivolto Edward per la protezione, aveano ben altri problemi che assicurare la vita ad un fornaio nel mondo Babbano. Agnes, nonostante la rabbia succeduta appena dopo il dolore, andò avanti, studiò e si diplomò col massimo dei voti. Intraprese la strada della guaritrice, ma non voleva lavorare al San Mungo come le avevano consigliato tutti, Madama Sprout compresa. Lavorò da Edward come commessa per un paio di anni, portando avanti degli studi personali sulle erbe e sulle antiche cure delle prime streghe. Nonostante il dolce viso e l’appartenenza alla casa Tassorosso, era una feroce combattente, alimentata dal desiderio di giustizia, nonostante ricorresse al combattimento solo come ultima possibilità. Ama stare all’aperto, meditare e aiutare le persone, sia babbane che non. Agnes si può definire una brava persona che ha perso molto e che combatte costantemente la sua parte più cinica e oscura, parte che era nata e cresciuta inseguito alla morte del padre.





“I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché.” - Mark Twain.

Grafica by #sosgdr
2019-09-29




LA BACCHETTA DI AGNES


Agnes fu colta di sorpresa quando un cassetto si aprì di colpo, sputando fuori ogni singolo foglio che aveva all’interno. Mr. Olivander sospirò guardandola con comprensione.
"Non si preoccupi, trovarla al primo colpo è quasi impossibile!" Esclamò saltando sulla scala e facendo agilmente un paio di scalini, finendo a cercare fra le scatole poste più in alto. Ne afferrò tre e scendendo arraffò un secondo paio, più impolverate delle prime.
Agnes provò le prime con entusiasmo, ma ogni volta che ne agitava una succedevano disastri: vetri esplosi, libri impazziti, ma sopratutto il tappeto che aveva deciso di levasi di torno, facendo balzi impolverati. Agnes starnutì un paio di volte premunendosi di appoggiare la bacchetta sul bancone.
"Temo, signore, che per me non ci sia una bacchetta giusta." Disse Agnes, abbattuta dai continui disastri che provocava, ma Mr. Olivander sembrava non preoccuparsene minimamente.
"Oh, signorina, io sono Olivander e nessuno è mai uscito dal mio negozio senza una bacchetta!" Aprì l’ennesima scatola, tirandone fuori una bacchetta nera, lucida, con impugnatura di un bianco perlaceo.
Agnes puntò i suoi grandi occhi azzurri in quelli marroni dell’uomo davanti a sé, sicuri e curiosi di vederne la reazione. Allungò la mano e afferrò la bacchetta. Agnes in quel momento, in quel preciso istante che tutt’oggi ricorda perfettamente, sentì un brivido percorrerle il corpo. Alzò la bacchetta, sferzandone l’aria polverosa, ma non ruppe nessun vetro e non fece impazzire nessun cassetto, bensì delle piccole scintille bluastre fuoriuscirono dalla punta.
Agnes sorrise presa da un moto di gioia. Puntò gli occhi su Olivander che le ricambiò il sorriso battendo lievemente le mani.
"Legno di biancospino, undici pollici e mezzo, poco flessibile, cuore di crine di unicorno." Spigò poi alla giovane mentre sistemava il bastoncino dentro la custodia per poi passarla alle giovani mani della strega. Un battere sul vetro attirò l’attenzione di entrambi. Sua madre, Matilda, la stava salutando con espressione fiera attraverso una delle finestre.
"Oh Matilda!" Esclamò Olivander invitandola ad entrare, lei e suo marito. "Legno di noce, dieci pollici, flessibile, corde di cuore di drago, se non ricordo male."
"Esattamente. Eccola." La tirò fuori e, con un paio di sventolii i vetri rotti furono riparati e i cassetti riordinati.
"Vede, signorina Peterson" Disse rivolto alla piccola strega."sua madre mi ha messo a soqquadro il negozio come, se non peggio, di lei. Non riuscivo a trovare quella adatta, per un momento ho temuto anche io il peggio, ma poi..." Indicò la bacchetta stretta fra le mani della giovane donna. "...E’ la bacchetta a scegliere il mago, o la strega nel suo caso, lo ricordi sempre. La sua ha grandi poteri, contraddittori sotto molti punti di vista, ed è davvero un caso fortuito averne venduta una. Non capitava da ben due anni!" Esclamò prima che il campanello della porta tintinnasse nuovamente facendo entrare un giovane mago con i genitori a seguito.
I Peeterson abbandonarono velocemente il negozio dopo aver scambiato brevi battute, coinvolgendo anche il padre babbano che aveva espresso molta ammirazione per il lavoro del fabbricante di bacchette.

Da quel giorno sono passati 13 lunghi anni.





 

 

 

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