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LuciusCornelius9025 Occupato
PROFILO INATTIVO (dal 2020-10-15)
Grado Allievo

GDR: Once upon a time Free

Categoria: Cattivi

Prestavolto: Lee Christopher (inserito da me)


SCHEDA PERSONAGGIO

Nome Originale : Cornelius
Nome Umano: Lucius Graven
Rango : Ex Sovrano di Prydain (od. Galles) ora noto come il Re dalle Lunghe Corna
Anno di Nascita : 932 d.C. in Galles (UK)
Attuale Occupazione : Docente di Chimica e Scienze presso la Scuola di Storybrooke

BIOGRAFIA - Il Re Cornelius


<< WORK IN PROGRESS >>

Cornelius III° di Prydain era ben noto in tutta la regione per il suo agire spietato.
Figlio di un padre despota e di una madre avvezza all’uso della stregoneria, fin da piccolo venne cresciuto con il solo scopo di seguire le orme di entrambi i genitori: usare la spada e la magia nera per seminare morte e panico per le terre del Galles e della bassa Britannia.
Dopo aver assassinato il padre e strangolato la madre quando aveva solo diciotto anni, Cornelius si autoproclamò Re indossando la "corona" usata dal padre: un enorme teschio con attaccate, sulle tempie, due enormi corna di cervo.

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Impugnando la spada e mettendosi al comando del suo esercito di mercenari, soldati di ventura e cavalieri neri, mise a ferro e fuoco la Cornovaglia, arrivando alle grandi città dell’entroterra.
Fu qui dove la sua marcia trionfale prese una piega inaspettata.
Dopo essersi imbattuto in un villaggio apparentemente popolato solo da comuni contadini, si scontrò con un essere incredibilmente potente nella magia naturale. Un druido .
Atterrandolo col solo uso della sua potente magia, il druido maledì Cornelius:

Il teschio di tuo padre sia cementato sul tuo cranio dal sangue ancora caldo di tua madre. Che la Morte che hai seminato diventi parte di te al punto che la Vita stessa provi disgusto nel guardarti. Sole, acqua e cibo saranno veleno per te. Sei nato nell’Oscurità, e da li non ne potrai mai più venire fuori.

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La maledizione del druido mutò Cornelius in un cadavere ambulante, con la pelle quasi mummificata, gli occhi iniettati di sangue ed il "teschio-corona" diventato oramai la sua nuova testa. Accortosi che il suo esercito stava venendo decimato dalla sconfinata magia del druido, senza nemmeno lottare batté in ritirata, costretto a nascondersi nel suo castello a Prydain.
Durante la sua campagna di conquista però, i baroni ed i nobili che aveva assoggettato tempo prima si erano ribellati, riducendo la sua fortezza a poco più che un rudere annerito dal fuoco e distrutto dalle armi da assedio.
Rintanatosi li dentro ed attingendo a tutto il sapere magico lasciatogli dalla defunta madre, Cornelius accrebbe il suo potere fino a diventare uno stregone ancora più potente di prima.

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Spronando i suoi uomini con rabbia e torture inaudite, li spedì ai quattro angoli del mondo alla ricerca degli artefatti magici più potenti, quelli che avrebbero assicurato il suo dominio su quelle terre e, in futuro, su tutto il mondo.
Durante queste ricerche, scoprì dell’esistenza di un artefatto incredibilmente potente: "La Pentola Magica": un’enorme pentola di ghisa scura, intrisa di magia, e capace di generare una magia tanto potente da evocare un’armata di soldati immortali.

Dopo secoli di ricerca, ricorrendo ad ogni risorsa possibile per riuscire a trovarla, i suoi sforzi vennero ripagati.


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Con la Pentola magica finalmente in suo possesso, Cornelius usò il suo potere occulto per risvegliare l’armata di non morti dall’enorme calderone.
Ma proprio quando la vittoria sembrava oramai ad un passo, un manipolo di eroi intenti a salvare Prydain dal suo ritorno riuscì a vanificare tutti quei decenni di sforzi e sacrifici.

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Risucchiato dalla Pentola stessa e convinto che la sua esistenza fosse oramai giunta alla fine, sfruttando l’ultimo barlume di magia oscura si avvolse in essa cercando di proteggersi da qualsiasi cosa gli sarebbe capitato all’interno di quel vortice di energia.
Il buio lo circondò, avvolgendolo come se fosse un bozzolo protettivo.
Il tempo sembrava trascorrere lento, inesorabile. Cornelius non riuscì mai a capire per quanto fosse rimasto rinchiuso in quel vuoto cosmico.
Riconobbe solo il freddo suolo di roccia quando all’improvviso si trovò catapultato fuori da esso.

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Trovatosi in una grotta dalla volta alta e frastagliata, si guardò attorno con lo scopo di riconoscere il luogo in cui si trovava. Percepiva un flebile sentore di magia oscura, appartenuta a qualche entità oscura che precedentemente risiedeva in quell’antro.
Il terreno bruciato lasciava intendere che qualche fiammata potente, simile all’alitata di un drago, l’avesse colpito.
Osservandosi le mani, vide che la pelle non era più mummificata e che il suo aspetto era tornato umano. Le corna erano sparite, sebbene fosse abbastanza convinto che quell’aspetto fosse solo temporaneo e dovuto alle energie della Pentola che ancora gli fluivano nelle vene.
Sentiva il suo corpo intriso di quel potere. Più forte di quanto fosse mai stato.
Cercando una via d’uscita, giunse infine ad una porta apparentemente fatta d’ottone, coperta d’ingranaggi di simile colore. A tentoni riusci ad aprirla, scoprendo che conduceva ad un piano elevatore.
Fidandosi del proprio istinto e salendo al piano superiore, si ritrovò in una struttura simile ad una biblioteca, seppur minuscola rispetto a quella che il suo maniero conteneva.
Mossosi verso quella che sembrava essere la porta d’uscita, si ritrovò in un mondo totalmente estraneo. Nessuna fattoria, nessun castello. Strade coperte da un curioso manto nero con strisce bianche e gialle in alcuni punti.
Il buio gli consentì di guardarsi meglio attorno senza destare sospetti.
Una grande torre, con un enorme orologio incastrato su di essa mostrava che la mezzanotte era passata oramai da un pezzo.
Una folata di vento portò un pezzo di carta ai suoi piedi. Non se n’era nemmeno accorto ma perfino il suo abbigliamento era mutato: abiti che parevano provenire da un’altra epoca, se non un altro mondo ora lo ricoprivano per intero, sostituendo la tunica rossa che indossava nelle sue terre.
Si chinò per prendere il pezzo di carta.

Lo Specchio di Storybrooke

Un’altra brezza gli fece arricciare il naso. Era un odore che ben conosceva. Un tanfo, per meglio dire.
Magia bianca. Gli occhi rossi si illuminarono maggiormente, brillando come due torce nel buio di quella notte.
Avrebbe cercato la fonte di quella magia luminosa, e l’avrebbe spenta come un fiammifero fra le sue dita. Non importa dove si trovava o come era giunto li, ma il fatto certo era uno solo: dove c’era Luce, ora c’era lui a portare Ombra.

(sotto) Cornelius torna nel suo castello dopo essere stato maledetto, spaventando i suoi soldati e mercenari





(sotto) Rospus, il fedele e sadico goblin servitore di Cornelius, addetto alle torture dei prigionieri





(sotto) L’invincibile armata di non morti, guerrieri immortali evocati dall’oscuro potere della Pentola Magica poco prima che risucchiasse Cornelius dentro di sé





(sotto) Il castello di Cornelius. Il territorio limitrofo venne distrutto quando il Re, in preda all’ira per il mancato ritrovamento della Pentola Magica, scatenò un maleficio su tutta la regione, rendendola una landa desolata




>> WORK IN PROGRESS <<





Cornelius III° di Prydaine , autoproclamatosi Re, nelle sue vesti da conquistatore. Umano nel corpo, morto nell’animo





Cornelius II° di Prydaine , soprannominato "Il Boia" da sudditi ed avversari. Sovrano despota della regione di Prydaine, educò il figlio Cornelius III° all’uso della spada e del pugno di ferro




Cornelius III° dopo la maledizione. Noto col solo nome di Re Cornelius , o Re dalle Lunghe Corna , usò la magia oscura ed un esercito di mercenari per mettere a ferro e fuoco la regione mentre era alla ricerca della Pentola Magica




La strega Gwynen di Cornovaglia . Madre di Cornelius, strega ed alchimista, generò delle creature dalla forma di drago chiamate Gwytheins usati poi dal figlio durante la ricerca della famigerata Pentola Magica




 

 

 

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