Dioniso non poteva avere figli...peggiori. Castore, quello serio che prendeva seriamente ogni cosa. Sempre pronto a mettersi alla prova e dimostrare il suo valore e fare vedere che suo fratello era una cacchetta pompata con nettare. Polluce, quello casinista che non prendeva mai nulla sul serio. Un tipo che preferiva le feste e il cibo ai combattimenti e allenamenti. Nonostante il suo modo di fare a volte irritante e stupido e a volte incomprensibile, era un abile atleta. Secondo certi, al campo, migliore di suo fratello. Ma infondo i due gemelli si volevano bene.
E poi c’era lui, Dakota. Il figlio di parte romana. Un ragazzo con una forte dipendenza: Super Fresh, l’unica bibita che beve. Un tipo che sicuramente passerebbe tutto il tempo a festeggiare, bere e mangiare. Un tipo che rispecchia totalmente l’essenza del genitore divino. Quello che ad ogni festa, ogni cena o pranzo deve necessariamente fare casino ed incitare a fare casino. Quello che combatterebbe con una baguette. Dioniso non sapeva proprio quale uva cogliere! I suoi figli erano un mezzo disastro, chi più chi meno. Ma ne andava fiero, anche se non lo dimostrava. In fondo quei ragazzi erano suoi figli e non erano affatto babbei! Sapevano cavarsela, erano forti e abili. Sì, ne andava fiero. E quando perse uno di loro, nulla sembrava avere senso. Era triste, sconvolto. Fece in modo che tutti intorno a lui fossero più felice possibile. Sembra che gli dei siano abili a riprendersi dalla morte di un figlio, ma se il dolore li segnasse per sempre? Di certo Dioniso non lo avrebbe dimostrato, così come gli altri dei dell’Olimpo.