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PROFILO INATTIVO (dal 2018-07-27)
Grado Ruolante

GDR: Northdale Institute (gestione northdale institute.)

Categoria: Orfani

Prestavolto: Holm Henrik


Eirik Kendall
Eirik nasce in una fredda e grigia notte novembrina, da una donna che non ha mai avuto modo di conoscere. E’ nato chissà dove, finendo per pochi istanti tra le braccia di qualcuno che forse non lo aveva mai voluto, per poi finire in diversi orfanotrofi. Nulla di sorprendente per un bambino delle sue origini, si è sempre sentito parte di un infinito elenco e non certo uno dei pochi sfortunati, sopratutto viste le condizioni degli altri sui compagni e il tipo di orfanotrofio dove è stato spedito. Spesso i bambini vengono lasciati incustoditi per giorni da madri alcolizzate, tossicodipendenti, che si prostituiscono o che semplicemente sono concentrate solo sulla propria vita personale. A volte, si registrano episodi di violenza in cui i vicini, stanchi del costante fracasso, chiamano la polizia che prende in consegna i bambini. Spesso i genitori perdono la patria potestà e i figli, se non ci sono parenti disponibili, finiscono in orfanotrofio. Ma anche se vi sono parenti, questi spesso preferiscono la custodia all’adozione, visto che la custodia prevede sussidi mensili per il mantenimento del bambino. Nel caso di Eirik nessuno è mai venuto a reclamarlo e non ha ricevuto mai notizie concrete su qualcuno disposto a farsi avanti e mostrargli anche solo un frammento delle sue origini. Visti i dati allarmanti la storia di Eirik è uguale a quella di molti altri bambini, che hanno seguito e percorso le sue stesse orme. Il primo istituto in cui è stato spedito era il “Chury Tyn” in Ossenzia, orfanotrofio-asilo, per i bambini più piccoli. Non ha ricordi di questa struttura, o di come ci si trovasse, ma nessuno si è mai complimentato con lui per il suo carattere o la sua tendenza a socializzare: fin da bambino è sempre stato un bambino chiuso, apatico nella maggior parte dei casi, o comunque abbastanza lunatico da passare da momenti di immotivata euforia ad altri di chiusura totale. E’ stato più volte sottoposto, fin dalla tenera età, ad accertamenti psicologici, richiesti anche dal protocollo, senza mostrare mai nessun sintomo particolare. Quello che tutti, col tempo, hanno capito è che Eirik ha un mondo suo, dove tende a rifugiarsi quando ciò che lo circonda lo annoia o non lo interessa a sufficienza, e in genere tende a preferire la solitudine. Pur crescendo la sua tendenza alla sua solitudine non è mai migliorata, nemmeno quando ha cominciato a passare da una famiglia all’altra. Nella sua testa ha sempre ammesso, senza remore, di preferire nettamente l’idea di rimanere in orfanotrofio piuttosto che essere costretto ad interagire con perfetti sconosciuti, che comunque non sapeva gestirlo. E’ passato di casa in casa, fino a che non è stato abbastanza grande da allontanarsi a quell’ambiente malsano e provare a cavarsela da solo. La sua vita ha subito una vera grande svolta quando ha incontrato Greg, un pugile di parecchi anni più grande di lui, con cui ha cominciato a provare una seria attrazione. Prima di quel momento non aveva mai sperimentato l’amore, in nessuna sua forma, e la sua è diventata in fretta una dipendenza. Greg era un uomo violento, un dominatore in ogni ambito della sua vita, e per quanto Eirik lo temesse la sua mente era troppo ne era troppo attratta per allontanarsene. Da lì ha cominciato a sviluppare una vera e propria sindrome di Stoccolma, che lo ha portato a giustificare in tutto e per tutto le azioni di uomo indegno di questo nome. Si è ridotto ad uno schifo, per colpa di Greg, fino a che quest’ultimo non è sparito dalla circolazione, confermando come vedesse Eirik come un divertente giocattolino e nient’altro. Dopo la sua scomparsa, Eirik è stato costretto a tornare alla sua vita solitaria, con un atteggiamento molto più cupo e un nuovo vuoto a livello dello stomaco. In quel periodo ha partecipato ad un esperimento farmaceutico in cambio di qualche soldo, finendo così per guadagnare i suoi poteri. All’età di dodici anni è arrivato al Northdale Insitute, riconosciuto come Oprhan visto l’assenza della sua famiglia e dopo anni è stato anche riconosciuto il suo disturbo bipolare, rivelando come la sua natura non fosse poi così nella norma come molti credevano.

Agli adulti piacciono i numeri. Quando raccontate loro di un nuovo amico, non vi chiedono mai le cose importanti. Non vi dicono: «Com’è il suono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?» Le loro domande sono: «Quanti anni ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?» Solo allora pensano di conoscerlo. Eirik è un ragazzo dal faccino d’angelo e la testa piena di pensieri. E’ sempre stato un soggetto tendenzialmente debole, che spesso ha mostrato comportamenti maniacali e di dipendenza verso persone molto più forti e con tratti violenti. E’ sempre stato il più fragile, quello con l’aria timida ma distaccata, un po’ in disparte rispetto al gruppo. Non ha mai amato particolarmente l’idea di unirsi alla folla, i rapporti -di qualunque genere- non sono esattamente il suo forte e non è qualcosa in cui è mai stato particolarmente bravo. Preferisce la solitudine e gli spazi ampi, meglio se vuoti. Visto il suo stile di vita non è sempre positivo girare soli, ed è stato costretto ad imparare in fretta come difendersi. Le armi sono le sue migliori amiche, per quanto non riesca a definirsi un tipo violento: non sarebbe capace di uccidere qualcuno a sangue freddo, usa la violenza solo se strettamente necessaria alla sua sopravvivenza. E’ un soggetto insicuro, ma sotto sotto non è così debole: ha imparato a convivere con i suoi demoni, la maggior parte derivanti da un uomo violento che ha conosciuto qualche anno fa, e verso cui ha lentamente cominciato a sviluppare una chiara Sindrome di Stoccolma. Gli è impossibile costruire relazioni sane e positive, ma non ne ha nemmeno mai cercate. Dipende dalla sua libertà e dalla sua autonomia. Il suo è un animo che tende a pensieri cupi e continui rimuginamenti. E’ un’amante della notte, del buio, del silenzio per quanto alle volte anche quello arrivi a portarlo a pensare troppo, e si ritrova quindi costretto a cercare posti rumorosi -spesso pub sudici- per smettere di riflettere. «Mi domando» disse «se le stelle brillano perché un giorno ciascuno possa ritrovare la propria.»



Gdr:Northdale Institute







 

 

 

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