HOME   ||   CHI SIAMO   ||   COME RUOLARE   ||   GIOCHI DI RUOLO    REGISTRATI!
ROLENET
Il Social Network dei Giochi di Ruolo

ROLENET
L'esclusivo social network per i GDR
  

15
Visite

0
Voti
Avvia

Role
Messaggio privato
+ Aggiungi amico
Sei amico
TheShadowReaper
PROFILO INATTIVO (dal 2017-08-21)
Grado Junior
L’Ombra trova tutti!

GDR: Free Gdr

Categoria: Umani

Prestavolto: Shieda Kayn (inserito da me)


[font=Comic Sans MS]Nome: Kayn
Cognome: Shieda
Età: //

Kayn si trovava a suo agio, circondato da soldati morti all’ombra del noxtoraa. L’ironia della cosa lo faceva sorridere. Quegli archi trionfali di pietra scura erano stati eretti per onorare la forza di Noxus, infondendo paura ed esigendo la fedeltà di chiunque vi passasse al di sotto. Ma questo non era nulla più di una lapide ora, un monumento alla forza falsa e all’arroganza, e un simbolo di come la paura dei guerrieri caduti si era ritorta contro di loro.
Kayn godeva della paura, contava su di essa e nel suo essere un’arma. Come i suoi confratelli nell’Ordine dell’Ombra avevano imparato a padroneggiare le loro katana e i loro shuriken, Kayn padroneggiava la paura.
Ma sentiva uno strano disagio nel camminare di nuovo in terra noxiana dopo tanti anni, in mezzo a quei soldati uccisi che in poco tempo sarebbero stati dimenticati. Aleggiava nell’aria come la pressione prima di una tempesta, impaziente di scatenarsi.
Nakuri, il confratello di Kayn nell’Ordine, spostò la sua lama al contrario, con la punta rivolta verso il terreno, e si preparò ad un combattimento diretto. Quando parlò, riuscì quasi a nascondere il tremito nella sua voce. "E ora, fratello?"
Kayn non disse nulla. Teneva le mani libere lungo i fianchi, ben sapendo di avere il controllo della situazione. Ma all’improvviso percepì un certo senso di déjà vu, come qualcosa proveniente da un sogno. Fu solo un attimo, e poi scomparve.
Una voce si alzò nello spazio tra loro due, una voce profonda e carica d’odio che echeggiava delle urla di dolore provenienti da migliaia di battaglie e che li sfidava ad agire.

"Chi si dimostrerà degno?"

Zed aveva chiamato a sé i suoi studenti migliori.
Le spie dell’Ordine avevano confermato quelle voci sconfortanti: gli odiati noxiani avevano scoperto un’antica falce di origine darkin, potente quanto qualsiasi magia di Ionia. Un occhio rosso ricolmo d’odio scrutava il mondo dalla base della lama, tentando gli uomini più forti a brandirla in battaglia. E a quanto sembrava, nessuno si era dimostrato degno; anzi, tutti coloro che l’avevano toccata erano stati corrotti velocemente e dolorosamente dalla sua malvagità. Era pertanto stata avvolta in cotta di maglia e pesanti teli di iuta, all’interno di una carovana pesantemente sorvegliata diretta al Bastione Immortale.
Shieda Kayn sapeva che cosa gli sarebbe stato chiesto. Questa era la sua prova finale.
Aveva raggiunto la periferia della città costiera di Vindor prima ancora di capire appieno il senso del suo viaggio. Combattere il nemico nella sua stessa terra era un piano audace... Ma anche Kayn lo era. Non esisteva nessuno in grado di eguagliare i suoi talenti, nessun altro al quale Zed avrebbe affidato il destino di Ionia. Non v’era dubbio alcuno: Kayn era destinato alla grandezza.
Preparò la sua trappola poco prima dell’alba. La carovana era appena visibile in lontananza, nulla più di sbuffi di polvere che salivano nel cielo tinto d’arancio. Tutto il tempo necessario a togliere di mezzo le tre guardie al noxtoraa.
Si mosse in silenzio attraverso l’ombra allungata dell’arco mentre la prima delle guardie si allontanava, di pattuglia. Kayn evocò la sua magia d’ombra ed entrò nel muro di pietra nera, come se vi fosse un passaggio aperto solo per lui. Poteva vedere le sagome delle guardie muoversi, brandendo le loro picche con entrambe le mani.
Si protese dall’edificio ammantato dalle ombre, prendendo a mani nude la vita della seconda guardia. Prima che la terza potesse reagire, Kayn scomparve in tentacoli di pura oscurità e saettò attraverso la strada lastricata, riprendendo sostanza di fronte alla sua vittima. In un lampo torse la testa dell’uomo, rompendogli il collo con facilità.
La prima guardia udì i corpi cadere come delle bambole senza vita e si voltò per affrontare Kayn.
L’assassino sorrise, assaporandosi con calma quel momento. "Ti paralizza, non è vero?" sibilò, svanendo ancora una volta tra le ombre del noxtoraa. "La paura..."
Emerse dall’ombra del soldato tremante
"Questo è il momento in cui scappi, noxiano. Dì agli altri ciò che hai visto qui."
Il soldato lasciò cadere a terra la picca e si mise a correre verso Vindor e la sua relativa sicurezza. Non corse a lungo.
Ammantato di vesti scure come quelle di Kayn, Nakuri saltò da dietro il noxtoraa e affondò la sua katana nel ventre del soldato in fuga per poi fissare Kayn negli occhi. "È questa la tanto sbandierata forza di Noxus? Che delusione..."
"Sapevo della tua irruenza, fratello", sbraitò Kayn. "Ma addirittura questo? Seguirmi fino a qui, sperando di condividere la mia gloria?"
Non c’era tempo per altri battibecchi. Ora riuscivano chiaramente a sentire la carovana di soldati che si avvicinava.
"Nasconditi, Nakuri. A te ci penserò dopo. Se sopravvivrai."
Le lunghe dita del tramonto nascosero i cadaveri finché i soldati non raggiunsero il grande arco.
"Fermi!" urlò il primo cavaliere, estraendo la spada. "Disperdetevi! Ora!"
Ci fu un momento di confusione tra gli altri mentre lasciavano i loro cavalli. E fu in quel momento che, per la prima volta, Kayn mise gli occhi sul loro carico. Corrispondeva perfettamente alle descrizioni di Zed: una forma avvolta da cotta di maglia e teli di iuta, legata alla schiena di uno stallone di Vindor.
La pazienza non era una delle virtù di Nakuri. Si scagliò incurante verso il soldato più vicino. Kayn, invece, sceglieva sempre i suoi bersagli con cura e attenzione. Colpì con precisione il cavaliere di testa, falciandolo con la sua stessa spada.
Si girò verso lo stallone, ma la falce era scomparsa.
No. Non avrebbe fallito, dopo esser arrivato fino a quel punto.
"Kayn!" urlò Nakuri, abbattendo un soldato dopo l’altro. "Dietro di te!"
Un noxiano disperato aveva liberato l’arma, l’occhio rosso ora completamente aperto, bruciante di una rabbia ultraterrena. Gli occhi stessi del soldato si facevano sempre più grandi mentre menava dei fendenti crudeli contro i suoi stessi compagni. Era chiaramente fuori controllo, cercando disperatamente di liberarsi della falce.
Le voci erano vere.
Invocando di nuovo la sua magia d’ombra, Kayn si lanciò dentro la carne corrotta del soldato posseduto. Per un momento effimero, vide con gli occhi dell’entità eterna. Divenne testimone di millenni di dolore, sofferenze, urla, lamenti. Questa cosa era l’eterno ritorno di una morte costante, pura malvagità che doveva essere fermata.
Esplose attraverso ciò che era rimasto del noxiano. La sua carne, mutata e deformata fino a diventare un carapace indurito di scaglie, crollò in frammenti neri e polvere soffocante. Solo la falce rimaneva, l’occhio ora chiuso. Kayn si protese per afferrarla, mentre Nakuri eliminava gli ultimi avversari.
"Fermati, fratello!" urlò l’accolito, il sangue che gocciolava dal filo della sua katana. "Cosa stai facendo? Hai visto anche tu che cosa può fare! Dev’essere distrutta!"
Kayn si voltò ad affrontarlo. "No. È mia."
I due assunsero le posizioni d’attacco, nessuno dei due disposto a cedere. All’interno dei confini della città, delle campane d’allarme cominciarono a suonare. Fu un momento che sembrò allungarsi in eterno.
Nakuri afferrò la sua lama al contrario, la punta rivolta verso il terreno. "E ora, fratello?"
La falce parlò a Kayn, come se riecheggiasse solo nella sua mente, ma a giudicare da come l’altro accolito spalancò gli occhi, era ovvio che anche lui l’aveva sentita.
"Chi si dimostrerà degno?"
Kayn evocò dei tentacoli d’ombra che sollevarono la lama, facendola volteggiare nella notte prima di depositarla nelle sue mani. Sembrava fosse una parte di lui, da sempre una parte di lui, come se fosse nato per brandirla. La fece volteggiare nuovamente per puntarla alla gola di Nakuri.


"Fai ciò che devi."


Un praticante senza eguali della letale magia dell’ombra, Shieda Kayn combatte per raggiungere il suo destino: condurre, un giorno, l’Ordine dell’Ombra in una nuova era di supremazia ioniana. Brandisce con coraggio l’arma darkin senziente Rhaast, incurante della corruzione strisciante che lentamente prende possesso del suo corpo e della sua mente. Ci sono solo due possibilità: o Kayn piegherà l’arma al suo volere o la malvagia lama lo consumerà completamente, aprendo la strada alla distruzione di Runeterra.
Kayn e altri figli di Noxus come lui vennero coscritti come bambini soldato, una pratica crudele impiegata solo dai più crudeli comandanti dell’impero. La compassione di Ionia era una debolezza da sfruttare: i loro guerrieri avrebbero esitato prima di colpire un apparente innocente. Così, appena in grado di sollevare la lama che gli era stata data, il primo giorno in battaglia di Kayn doveva essere anche il suo ultimo.
Le forze noxiane approdarono alla foce del fiume Epool. Kayn e gli altri erano un’avanguardia riluttante contro bande disorganizzate di indigeni, intenzionati a difendere nuovamente le proprie terre da questi invasori. Ma mentre i suoi giovani commilitoni venivano falciati o fuggivano, Kayn non mostrò alcuna paura. Abbandonò il pesante spadone per raccattare un falcetto caduto a terra, girandosi per affrontare gli ioniani sconvolti mentre le truppe regolari di Noxus calavano dai fianchi.
Il massacro fu terribile. Contadini, cacciatori, persino qualche vastaya, tutti vennero macellati senza nessuna remora.
Due giorni più tardi, dopo che si era sparsa la voce per tutti i territori del sud, l’Ordine dell’Ombra si recò su quel terribile teatro di battaglia. Il loro comandante, Zed, ben sapeva che quest’area non aveva alcun valore tattico: quel massacro non era altro che un messaggio. Noxus non avrebbe mostrato alcuna pietà.
I suoi occhi vennero attratti dal leggero balenare dell’acciaio. Un bambino di non più di dieci anni giaceva nel fango, brandendo il suo falcetto infranto verso il capo degli assassini con forza tale da avere le nocche bianche. Gli occhi del ragazzo tradivano un dolore ben oltre la sua giovane età ma bruciavano ancora con la furia di un guerriero temprato, tenacia impossibile da insegnare. In quel bambino, in quel sopravvissuto abbandonato da Noxus, Zed vide un’arma che poteva essere rivolta contro coloro che l’avevano portato lì a morire. L’assassino tese la mano e accolse Kayn nell’Ordine dell’Ombra.
Era tradizione per gli accoliti passare anni addestrandosi con una sola arma a loro scelta, ma Kayn le padroneggiava tutte. Per lui non erano altro che strumenti, poiché egli stesso era la vera arma. Vedeva l’armatura come un peso inutile, preferendo ammantarsi d’ombra e uccidere i suoi avversari rapido e furtivo. Queste veloci esecuzioni infondevano il terrore nei cuori di quei pochi fortunati scelti per essere risparmiati.
Ma l’arroganza di Kayn cresceva velocemente quanto la sua leggenda. Credeva veramente che un giorno il suo potere avrebbe eclissato persino quello di Zed.
Questa sua arroganza lo portò ad accogliere con gioia la sua prova finale: rintracciare un’arma darkin recentemente scoperta a Noxus per evitare che venisse usata contro gli stanchi difensori di Ionia. Accettò senza alcuna esitazione, senza porsi domanda sul perché era stato scelto per quell’incarico. Infatti, dove qualsiasi altro accolito avrebbe distrutto quella falce vivente conosciuta come Rhaast, Kayn ne prese invece possesso.
La corruzione l’afferrò nel momento in cui le sue dita si chiusero sull’arma, e le due volontà si trovarono avvinghiate in una terribile lotta. Rhaast aveva aspettato a lungo l’ospite perfetto per unirsi ai suoi fratelli darkin e distruggere il mondo, ma Kayn non si sarebbe lasciato dominare così facilmente. Tornò a Ionia trionfalmente, convinto che Zed l’avrebbe nominato nuovo comandante dell’Ordine dell’Ombra.

 

 

 

ROLENET image host SU DI NOI

  • Chi siamo
  • Come giocare
  • I nostri giochi di ruolo
  • image host SU MISURA DI GDR

  • Non ho mai ruolato
  • Le ruolate
  • CREA un tuo gdr
  • Accedi

    oppure

    Registrati


    © Rolenet 2013-