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daughterofthenight.
PROFILO INATTIVO (dal 2024-01-08)
Maestro - Lavoro: Esteta
Don’t get too close, it’s dark inside.

GDR: Free Gdr

Categoria: Demoni

Prestavolto: Michelle Angelina

Club:  ֆωꂅꂅȶ ꉣαɳ∂ꂅʍФɳƗµʍ 


AUDREY MICHELLE WILDE.
Don’t get too close, it’s dark inside.

C
eruleo è il cielo, non una nuvola alcuna vi si scorge tra le sfumature metalliche, azotate e litiose al di là della finestra della sala da pranzo che sfoggia con la più audace disinvoltura lunghi drappi rosa antico di seta pregiata, costosissima e sartoriali, ancora nessun alito di sole, è quasi estate.
Danzano leggiadre le rondini nell’aera qua e là da un nido all’altro, funamboli eolici di un circo naturale, lo spettacolo è già iniziato e durerà, ancora, per diverso tempo, uno spettacolo senza biglietto e senza una destinazione precisa ma e previsto decisamente ovunque, appuntamento con lui.
È caldo ovunque, una cappa uggiosa e insopportabile intrappola come un cappio, piove una goccia di sudore brillando come una lacrima dalla fronte ancora di una tonalità piuttosto smorta, il velluto non è più indicato per la stagione, un’umida afa piombata improvvisamente senza darmi neanche il tempo di fare il cambio di guardaroba, così velocemente è giunta non aspettando nemmeno il momento del solstizio.
Farfuglio tra me e me continuamente mentre mi adagio sulla sedia della sala da pranzo, con la massima classe, poggio i gomiti sulla tovaglia turchese a colore con le pareti stuccate, tutto per quell’irrispettoso mal di schiena.
Guardo nel fondo della tazza del tè in ghiaccio, sono solita fare così, vediamo cosa mai quest’ultima mi dirà.

?¿
I
l destino è a parlarmi.
Lo lascio fare pure, gli presto il mio orecchio.
Mesmerizzazioni ansiolitiche si abbattono come un lampo e due sono le cose: o ti salvi o muori, è tutta una questione della sorte e senza azzardo.
Navigo in un’altra dimensione, il che è altresì arduo da spiegare e meditando, distolgo lo sguardo come per un attimo da quel punto e poi vi ritorno.
Organizzo in concetti, gruppi di parole assemblati e sospesi tutte quante nella mia mente, senza forma: mi migliora la concentrazione, nonostante salga una fitta coltre di nebbia.
Prendo la tazzina verde petrolio ritraente una fantasia floreale giapponese di sakura, bonsai e fior di loto, la afferro dal manico con soli due polpastrelli e vi avvicino il volto, mi viene più facile tutto, nel sollevarla, un colpo secco esplode, un rumore di argenteria, un bacio della tazza tra il piattino bianco e il cucchiaino nero.
Quarzi speziali depositati come detriti di un fiume a un lato della nuova ceramica tutta increspata dal cibo consumato durante la colazione che ormai è appena terminata stalattiti di briciole e polvere di limone e aromi, le lascio con me ancora per poche frazioni di tempo prima di andarle a lavare, vi colgo dentro le mie più assurde e criptiche sinestesie che abbia mai trovato e ne vengo risucchiata.
Rumori indistinti mi distolgono facendomi ritornare fortunatamente e non so se è giusto dirlo alla realtà ed ho un sussulto che mi attraversa e come un proiettile mi dilania nel petto, come un aereo mi passa davanti lasciando la sua scia, mi costeggia e io me ne accorgo, una scia invisibile ma c’è, io la vedo, è evidente, più che mai, più di ogni altra cosa.
Sempre e comunque se si tratta di vera realtà, è qualcosa di veramente incredibile, mi sento frastornata ma sto bene, più che bene, è quello che da sempre aspettavo.
Tutto è diverso adesso, così inspiegabile, mi guardo intorno e sono io ancora intatta anche se tutto in tutti i modi mi sento tranne che tale, sarò ancora io?



Dark are the streets,
gloom’s creeping out of the walls.

CORREVA L’ANNO 1907.
L
e menzogne più grandi sono quelle che raccontiamo a noi stessi. Il veleno più letale è quello che inghiottiamo di buon grado. Eppure a volte ci aggrappiamo a quegli inganni come un uomo che affoga a una pagliuzza, perché l’alternativa è semplicemente troppo orrenda da immaginare. Crediamo nella vita dopo la morte, perché l’oblio è un abisso troppo oscuro in cui guardare. Ci ripetiamo che al nostro creatore importa, perché il pensiero che non sia così è troppo terrificante da considerare.



The depth of darkness to which you can descend and still live is an exact measure of the height to which you can aspire to reach.

NIGHT.
È
notte. Una silenziosa e interminabile notte. Una piccola luce illumina questo pezzo di carta che timidamente tengo tra le mani. Mani che tremano, sussultano a ogni pensiero che ho di te. Avrei voluto dirti tante cose e solo ora ci riesco, qui, seduta a questa scrivania, dove la mente vaga, svuotata da ogni discorso provato, ogni parola analizzata, ogni emozione sentita. L’essermi innamorata è stato l’ultimo schiaffo di una vita che mi consuma, alla quale ho ceduto per mettermi in costante discussione.
La vita è una sofferenza che va vissuta in silenzio, sporcando un vecchio foglio di inchiostro, lontano da sguardi indiscreti. Non possiamo mostrarci deboli. Non posso, non devo. Sei riuscito a frantumare i muri della mia fermezza, della mia determinazione e della mia forza. Per questo mi odio.
Io mi odio William.
Mi odio perché dopo tanti anni hai distrutto ogni mia certezza. Dopo tanti anni mi hai reso debole, scioccamente fragile. Mi hai dato un motivo per credere che la vita potesse ancora sorprendermi.
La verità è che l’odio non è altro che un pretesto. Un silenzioso rifugio per non ammettere a me stessa la verità. È semplicemente una maschera. Una proiezione di quello che penso nei miei riguardi. Della mia arroganza e spavalderia.

Ed è con questa verità che urlo con disperazione il tuo nome. Con questa verità hai riportato in vita una parte di me, distrutta quella notte, tra i Carpazi.



# sdragons graphics: may 10th, 2016.



 

 

 

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