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deadisthenewalive
PROFILO INATTIVO (dal 2024-01-17)
Grado Maestro
Semi tabellio prima
Retracto quemadmodum callum

GDR: Northdale Institute (gestione northdale institute.)

Categoria: Detainees

Diagnosi: Sindrome di Cotard

Prestavolto: Browning Emily (inserito da me)

Casa: Famiglia "Northdale’s Institute: Detainees"



Lilith Draven


COLLARE NERO ● ALA SUD- II PIANO ● STANZA n°1822

Non sapeva perché si trovava lì. Più volte qualcuno, con un camice strano addosso, le aveva detto «Hai ucciso tua madre e tuo fratello, non uscirai mai più di qui!», ma lei un fratello neppure ricordava di averlo. Quel posto era davvero un insieme di matti: gente convinta di poter vedere i fantasmi e di poterci interagire, di poterci parlare. Rideva, quando ci pensava. Erano convinti di sapere tutto di lei, ma lei sapeva che la storia che raccontavano non era la sua.
I’m cold, already dead


Era serena, a dirla tutta, perché al contrario della gran parte dei suoi compagni lì dentro, per la maggior parte del tempo, non sapeva neppure di essere detenuta. Non provava nulla perché cosa poteva temere un morto? Eppure, in alcuni momenti, sentiva di averlo un corpo e, quando le succedeva, quando avvertiva di essere tra i vivi, allora sì provava paura: temeva di essere tornata in vita, di abitare un involucro di carne putrescente e incompleta; non era difficile sentirla urlare mentre percorreva i corridoi in cerca di un braccio, o di qualche altra parte mancante, o di lavarsi, strapparsi di dosso qualche pezzo di carne marcia. Aveva anche i suoi momenti di lucidità, ma quelli sono noia, no?

Your lips feel warm to the touch, you can bring me back to life. On the outside you’re ablaze and alive, but you’re dead inside!




Aveva 14 anni il giorno in cui mise piede per la prima volta nel Northdale Institute - abbastanza grande da poter dire di aver vissuto là fuori e conosciuto la normalità - ma per lei non faceva alcuna differenza. La sua realtà era andata dispersa, disciolta, rovinata in un battito di ciglia e, con essa, si era involata anche lei.
sindrome di Cotard ● Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione
"I deliri tipici di questa sindrome partono dalla convinzione di aver perso parti del proprio corpo fino all’idea di essere morto o addirittura di non esistere, alternati a deliri di immortalità."
A volte semplicemente cessava di esistere, come una parentesi fuori dal tempo e dallo spazio. Percepiva delle voci nella sua mente, ma non erano i suoi pensieri, no… un fantasma fatuo ed inesistente poteva avere una coscienza? Certo che no. Non erano altro che voci lontane e casuali, quelle, quasi ossessive nella loro vanità. Eppure, quando cessava di essere, diventava tutto: il mondo le si apriva davanti, nudo, vulnerabile e disarmato e, anche se lei non era nessuno, lo capiva quel tutto. Era capace di stare così per ore, giorni o settimane, mentre ogni cosa le scorreva intorno meccanica e morta. In quei momenti sentiva di trascenderlo il mondo e anche se sapeva di essere morta - allora sì - si sentiva viva.



24 marzo 2018 | graphics and story by #deadisthenewalive ©



 

 

 

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