Perché quel ragazzo era nobile d’animo, coraggioso, pronto ad affrontare ogni pericolo e avventura senza paura. Aveva un sorriso e una parola per tutti, sempre. Con quei suoi occhi era in grado di raccontare storie, e quella voce gli permetteva di dare realtà a ciò che diceva. Gli piace viaggiare: appena tornato da Praga per una collaborazione internazionale.
Se ne va in giro per il Giappone a caccia di maghi oscuri accompagnati da demoni e creature magiche malvagie. Perché in Giappone la magia è tutt’altra cosa.
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Perché quella stanza era un santuario: libri, statuette collezionate di film babbani, il suo mondo. Nessuno doveva toccare ciò che era suo, nessuno doveva osare spostare gli oggetti. Non lo sopportava. Quante volte sua madre gli ha detto di sistemare la sua stanza... E lui lo faceva, solo che tutto doveva tornare al suo posto.
Quella bacchetta: legno di ciliegio, 15 pollici e tre quarti, pelo di re’em, sorprendentemente sibilante. Per lui era molto importante, soprattutto per il nucleo. Il re’em è una specie di bue gigante dal mantello dorato, di elevata rarità e vivente nelle regioni selvagge del Nord America e dell’Estremo Oriente. Chi ingerisce il suo sangue assume una forza immensa. Tuttavia, nonostante le richieste, è difficile trovarlo in vendita, soprattutto sul mercato legale. Quindi, considerava la sua bacchetta qualcosa di raro e unico.