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PROFILO INATTIVO (dal 2024-03-19)
Grado Allievo
"Hai il buon senso di tua madre ma l’amore per il pericolo di tuo padre.
Li vedo scontrarsi. Fai vincere il lato materno."

GDR: Free Gdr

Categoria: Umani

Prestavolto: Murphy Cillian (inserito da me)

Club:  room of requirement ϟ 


THOMAS MICHAEL SHELBY.
BIRMINGHAM - GYPSY - GANGSTER - BUSINESS MAN.

A
nch’io avevo le mie illusioni. Pensavo che la vita sarebbe stata una commedia brillante, e tu uno dei suoi molti e affascinanti personaggi. Scopersi che era una tragedia repellente e ignobile e che la sinistra occasione del grande colpo di scena, sinistra nella concentrazione della sua mira e nell’intensità del suo maligno volere, eri tu, spogliato di quella maschera di gioia e piacere da cui non meno di me eri stato ingannato e fuorviato.
La sofferenza è solo un lunghissimo momento. Non possiamo dividerlo secondo le stagioni; possiamo soltanto registrarne i mutamenti e segnare volta a volta il loro ripetersi. Per noi, il tempo non progredisce. Esso ruota su se stesso; sembra girare su un perno di dolore. L’immobilità paralizzante di una vita di cui ogni particolare è regolato da un piano immutabile, così che mangiamo e beviamo e ci corichiamo e preghiamo, o almeno ci inginocchiamo nell’atto di pregare, secondo le leggi inflessibili di una regola di ferro, questo carattere di immobilità che fa ogni singola orrenda giornata identica alla precedente fin nei minimi dettagli, sembra comunicarsi a quelle forza esterne la cui essenza stessa è invece un continuo mutamento.

MEMORIES.
A
labastri di fumo vorticano verso l’alto, danzando con le ceneri scoppiettanti di una fiamma che, per quanto rovente, non riuscirà mai a scaldarlo. Vi guarda attraverso, con gli avambracci sulle ginocchia, in una posizione che spera lo aiuti a capire. Il tabacco della sigaretta che stringe tra indice e medio si riversa vicino alla legna arsa, confondendosi nella nebbia tossica che lo avvolge: un automatismo quasi inconscio come l’atto di respirare, ma a questo, per ironia, diametralmente opposto. Le ombre del fuoco si estendono a macchia d’olio intorno a lui e Tommy le guarda riflettersi sulle molteplici facce dello zaffiro che rigira tra le falangi, come aspettandosi che da un momento all’altro possa fornirgli le risposte alle domande che cerca; come sfidando una maledizione inesistente a prendere anche lui. Lo osserva con disprezzo e smarrimento, si appiglia ad ogni accenno di sentimento che possa indurlo a provare rabbia, ad ottenere vendetta, perché in questo non ha mai sbagliato: Thomas Shelby era l’ultima persona della lista alla quale si poteva pensare di fare un torto senza sperare di essere caritatevolmente ricambiati, col doppio degli interessi.
Una logica semplice e inconfutabile, ottenuta in cambio di fatiche e rinunce, ma pur sempre certezza in una vita che, da tempo, aveva dimenticato il significato di spensieratezza e libertà, una vita che necessitava di punti fermi affinché non vi fossero sbavature di sorta o deviazioni non programmate. Una cornice in cui Tommy aveva trovato il suo posto, una realtà in cui anche specchiarsi la mattina e ritrovare due aloni neri sotto gli occhi, simbolo di orribili e inconsci giochi notturni, non era più così doloroso e impossibile da sopportare. Il pericolo e l’adrenalina facevano parte del pacchetto, gli ricordavano che era davvero vivo, che respirava e che il suo corpo recepiva ancora gli impulsi nervosi relativi alla sofferenza fisica. Aveva dovuto ridefinire i contorni di emozioni dimenticate, come il divertimento e la felicità, disegnando nuovi significati che potessero andar bene per la persona che era diventato, qualcosa che anche gli altri riuscissero ad accettare senza fare troppe domande. E tutto sommato ci era riuscito. Gli occhi cominciano a bruciargli per l’aria rarefatta dal fumo, ma non osa spostarsi di un centimetro. Inspira un’altra boccata di nicotina, bramando un conforto che fatica ad arrivare, nonostante le carezze del fumo sul palato si facciano sempre più insistenti. Si schiarisce la gola, per poi tornare ad accanirsi su quel filtro dal quale pare voler sottrarre anche l’anima, quasi nella speranza che possa, in un certo senso, andare ad incastrarsi tra i pezzi dilaniati della propria, incollarli tra loro in una brutta copia di un puzzle. La testa ha iniziato a girargli. Eppure l’idea di far forza sulle ginocchia ed allontanarsi da lì sembra sul momento un’impresa titanica.

“I’m guessing you people all decided that the only person who could ever kill Thomas Shelby, is Thomas Shelby himself.”

[...]
G
etta la sigaretta a terra e cerca di allontanarsi da quella fonte di calore che, sebbene all’aria aperta, sembra avergli riempito le narici e il petto di monossido letale. Il ciondolo con lo zaffiro cade a terra, mentre Tommy barcolla lottando per rimanere in piedi, stordito dalla mancanza di ossigeno, dai pensieri e dal fumo grigio che gli sta inumidendo gli occhi. Trova nel tronco di un albero il supporto momentaneo ad un crollo fisico e psicologico che non è più in grado di sostenere da solo. Lì accanto, il suo fedele purosangue nero indietreggia disorientato, emettendo nitriti di protesta e rispecchiando la stessa inquietudine del suo padrone. Tommy arranca fino ad aggrapparsi ai lacci della briglia, con i quali tenta di domare l’indole irrequieta del cavallo, sussurrando qualche lieve parola di conforto a contatto con il muso color pece della bestia, sul quale adagia la propria guancia, una volta che questa sembra aver ritrovato la quiete. Lo sente emettere qualche sbuffo mentre cerca in silenzio, con le palpebre serrate, di raggiungere anch’egli una frequenza di respirazione regolare.



“I have no limitations.”

[...]
N
el frattempo, un accenno d’alba fa capolino al di là delle colline, annunciando che il tempo per biasimare sé stessi è giunto al termine.
Tommy interrompe il contatto col muso caldo del purosangue, mentre un’orribile sensazione di vuoto allo stomaco sembra gridargli che è il momento di tornare alla realtà: una dimensione permeata ancora di enormi voragini e punti interrogativi lo attende al di là di quella dimora, ora talmente vasta e spaventosamente vuota da portevisi perdere. Con il timido annuncio dei primi raggi solari, però, un altro pensiero torna a popolare la mente confusionaria e disastrata del mago, una scia argentea sempre presente ma troppe volte oscurata da altri mille serpenti bramosi di divorare ogni più piccolo barlume di lucidità.
E allora, senza nulla da perdere, è disposto ad accettare qualunque compromesso, pur di allentare la stretta dolorosissima di quella corda che, per qualche assurdo scherzo del destino, sembrava volerlo tenere ancora imbrigliato alla terraferma; anche un’irrisoria presa in giro, pur che si offra di spartire con lui quel peso che gli grava sul cuore - e riponendo lo zaffiro in una tasca della giacca, promette che l’accetterà, per quanto vergognosa ed egoista possa apparire, nel mentre sussurra insensate scuse a Grace per non esser riuscito ad ottenere di meglio da se stesso.
Intanto si strofina il volto con i palmi delle mani, aggiusta il berretto e recupera l’accendino per avviare un’altra sigaretta prima di montare a cavallo e fare ritorno a casa. Accoglie il fresco del mattino lasciandolo scorrere sulle palpebre, mentre il lento clop degli zoccoli lo accompagna di nuovo in quel luogo che comincia a stargli stretto.
Ma adesso sa cosa deve fare, e la sua mente sta lentamente riscrivendo il cammino, passo dopo passo, un gradino alla volta, assaporando il ritorno di un precario equilibrio ottenuto a caro, carissimo costo: quale sarà la parte di te stesso che venderai al diavolo, adesso, Tommy? Quale quella che darai in cambio per poter tornare di nuovo alla tua vita, ai tuoi affari? Cosa c’è rimasto ancora, dentro quel corpo apparentemente indistruttibile?

«Niente, Grace. Credo non vi sia rimasto più niente.»



# Made with love by daughterofthenight ~ april 8th, 2022.



 

 

 

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