Questo è quello che sono. Una seconda scelta. Lo sono sempre stato. Mai il figlio preferito, il secondo ai giochi matematici, la riserva alla squadra di calcio. Il ragazzo non scelto tra i due contendenti per una ragazza, quello tradito per un’altro migliore, quello che aspetta sapendo che lei è già tra le braccia di un’altro.
Ho perso un pezzo di me ad ogni colpo, ad ogni piccola ferita dall’infanzia ad oggi. Tanto da farne uno stilo di vita, tanto da entrare nella vita e sapere già, mani in tasca, di doverci rimanere solo finchè uno migliore non arrivi. Perchè io sono sempre il secondo.
Mai abbastanza fortunato da vincere, mai abbastanza sfigato da avere la consolazione. Sono quello in mezzo, quello nei ritagli di tempo, quello da solo. E’ così che si descriveva. Mani in tasca e la maschera sul viso, solo un ciuffo ribelle in testa: lui era quello solo.