Il ghiaccio nasconde l’onda anomala, scalfirlo significa ampliarlo.
John Webley è ambizioso, astuto, intelligente e gestisce gli affari avendo bene in mente quali sono i suoi obiettivi, così come i suoi nemici e i loro punti deboli. Sa essere spietato, ma in fondo ha un cuore buono e valoroso.
E’ il suo stile, agire silenziosamente, compiendo piccoli passi sottili, costruendo grandi progetti nascosti. Tutti lo accusano di leadership esagerata ma nessuno può pareggiarlo in ingegno, nessuno può non seguire il suo genio freddo e cinico. Ma l’uomo ha sempre tante verità quanti nascondigli per reprimerle, alla perenne ricerca dell’oblio, nella perenne consapevolezza della memoria nascosta. Così John Webley è, come tanti, il prodotto di ciò che ha dovuto vedere, demoni irrisolvibili dell’atrocità umana. Ma non poteva permettere ai mostri dei suoi sogni di impedire la sua grandezza, dunque c’era un solo modo per essere ciò che si necessitava che fosse.
Egli, oceano in tempesta, esplosivo maremoto, congela sé stesso, in un imponente blocco di ghiaccio così freddo da non essere toccabile. Ma il ghiaccio è stato e sarà acqua, e questo John lo sa: egli comprende la potenzialità del suo volume, agli occhi del mondo ridotto, ma dentro di sé sempre pronto ad ampliarsi vertiginosamente.
Il ghiaccio è definito all’esterno, solido e ben delimitato nel suo volume. Ma perché ciò potesse accadere, le molecole disordinate dell’acqua sono state educate a rimanere stabili ed ordinate. Ma il ghiaccio sa ciò che può tornare ad essere: così John, superficialmente osservabile in tutto sé stesso, nasconde in vero la sua potenzialità inespressa a chiunque, famiglia, amici, nemici. Poiché esporre la propria potenzialità in superficie, implicherebbe non avere assi nella manica, andare all in in ogni incontro-scontro, essere deducibile.
Invece John Webley espone solo l’involucro necessario, freddo, apatico, tutto d’un pezzo. Ma nel mentre, a suo piacimento, smuove le molecole nascoste, quelle dell’ingegno, dell’intuito, del machiavellismo, della strategia militare, applicandole ad una realtà che pensa di sapere tutto di lui, ma ne sottovaluta l’onda anomala. I suoi nemici sono sempre pronti a dirsi vincitori, persino i più oscuri e pericolosi pensano di avere il controllo totale. Ma nessuno può, perché nessuno ha saputo ostracizzare il suo disordine per riproporlo come un conflitto intellettivo funzionale al pensiero da leader come ha fatto lui.
L’amore per Isabelle colpisce la sua struttura portante, facendogli commettere un errore assolutamente contrario al suo controllo, portando del personale in affari che non sarebbero dovuto esserlo. Ma egli non si ferma, corre e continua a correre, sempre ordinato nel suo movimento, così che le particelle si raffreddino, ancora una volta in ordine.
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