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Briseide Ruola con me!
PROFILO INATTIVO (dal 2019-10-05)
Grado Junior
«Cantami, o Diva, del pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco generose travolse alme d’eroi, e di cani e d’augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l’alto consiglio s’adempìa), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de’ prodi Atride e il divo Achille»

GDR: Free Gdr

Categoria: Umani

Status: Impegnata Achille


Sono passati parecchi anni da quando Briseide era riuscita a fuggire dalla propria patria, quel poco della gente di Troia ch’era sopravvissuta aveva alloggiato in un piccolo paesello abbandonato. Ogni attimo della sua vita essa osservava l’orizzonte e, sognava di stare fra le braccia del suo amato Achille, voleva il suo amore, colui che aveva avuto il coraggio d’amare una sacerdotessa Troiana. Aveva sacrificato la vita stessa per la sua incantata, colei che gli donò il bacio della vita, essa era divvenuta la sua anima, colei che aveva guardato oltre quel cuor di Leon. E, adesso era tutto svanito, pareva che la neve avesse attecchito al suolo e lasciando spazio ad un’altra stagione, come se doveva dipinger una nuova vita. Il tempo era completamente passato così velocemente: a vent’anni era come se ne avesse avuti diciotto; e la gioia più grande che la sacerdotessa d’Apollo potesse posseder era il figlio che portò in grembo. Il grembo cresceva di giorno in giorno, e quella pancia piatta lentamente iiziava a gonfiarsi e presto quella splendida creatura sarebbe nata. La notte si sarebbe preparata a far nascere il valoroso e docile piccolo ometto del nostro carissimo Pelide. Ormai il suo percorso era già stato descritto dagli Dei, anche se per la benedetta Troiana non doveva andar così a finire la faccenda del suo amato. Eppure, l’assasino che aveva ucciso Achille si sentiva profondamente in colpa, Briseide stava vivendo un dolore davvero immenso. Il suo amore per Achille era stato talmente forte che nemmeno lei sapeva gestirlo, non poteva dimenticarlo. Quell’amore era eterno puro, nessun Dio avrebbe potuto percepire quante volte il Pelide era stato nei suoi pensieri. Essa continua a pensarci, ella avrebbe voluto averlo con se’; il suo ruolo era amarlo, l’ira D’achille stava emergendo man mano. Un miracolo si presentò davanti alla vista della Troiana, era il messaggero del suo amato. Quella creatura stava per nascere, nella sua mente era già nata. Quel dolore era davvero immenso nel pensar che avrebbe dovuto partorire suo figlio/a. Con lentezza, e decisamente troppa ansia per donar alla luce un bambino, Briseide doveva mettercela tutta. Le ancelle, fortunatamente riuscirono a darle una mano, altrimenti non avrebbe riuscita a passar la notte; quella notte, aveva dato alla luce il figlio del Valoroso Achille. Un silenzio -surreale- scese quando la giovane Troiana stava per partorire. 
Un’evento unico, raro, suerrale come quel silenzio ch’esera creato tra lei e il giovane Paride.
‘’Vattene via, ti odio ‘’ : pensò ella, osservandolo per un lungo istante, abbassando lo sguardo, osservando l’erba fresca di quei magnifici giardini. E quel bambino, stava per esser donato alla luce, la giovane Troiana stava per partorire; quella paura stava letteralmente crescendo. Sentiva la forza come quella del Pelide, essa sudava faticosamente dal dolore, mentre le spinte si fecero piu’ intense. Era il possente figlio di Achille, l’unico guerriero ch’era riuscito a conquistar il suo cuore, e adesso stava per nascere il loro figlio. « Briseide… » La chiamò il giovane Paride, inginocchiandosi difronte a lei. Era sommensamente -profondamente- dispiaciuto. La stava osservando, in silenzio, sentendo le sue urla, sconfitta dal dolore e da quell’immenso momento. In quell’istante, la piccola creatura venne donata alla luce, era un stupendo bambino. Forte, era un bambino forte, era decisamente un bambino sano e forte. Decisamente troppo. Così nacque il figlio di Briseide e Achille, quell’Amore così intenso era rimasto ancora in vita, non avrebbe mai smesso di cessare, era immortale. «Puoi sentir il mio cuore, mia Briseide. » Sussurrò il Pelide, appoggiandosi contro il fragile corpo della Sacerdotessa D’Apollo, baciandola intensamente, stringendola, amandola. Quanto poteva essere vero quel sogno, il loro amore puro non aveva mai smesso di vivere -nemmeno se gli Dei glielo avrebbero imposto-. Ma, in tutte quelle ere, era davvero difficile credere nei miracoli. Certo! l’Amore, le gelosie, c’erano sempre stati questi piccoli ostacoli nei confronti dei due amati. Quando un sentimento è così forte, puro, indissolubile nemmeno la più nera oscurità può toccarlo. Non è tangibile.«Esso batte per te, mia sposa. Molte ere fa ti chiesi di sposarmi e tu rispondesti di si. So bene che non è il nostro anniversario ma...vorrei richiedertelo, mia signore. Come allora, il mio cuore batte per te. Vuoi sposarmi?» Timido, con il magone alla gola, egli (ri)fece quella proposta alla consorte. Ed ella sorrise, stringendogli le mani, perdendosi nell’azzurro dei suoi occhi, amandolo ed innamorandosi sempre di più. Però, tutto questo per la giovane Briseide non era altro che un sogno.
━━❛ Quasi sembrava difficile alla Troiana crederci in quel momento, era stata catturata dall’arci/nemico dei Troiani. In quella tenda era stata portata, in un posto che non poteva appartenerle, almeno all’interno della tenda. E’ strano sentire quei rumori di lavori al di fuori di quella tenda, adesso doveva attender (impaurita ), oh! Quel guerriero entrò spavaldo e ricoperto di macchie di sangue, era il possente Achille. La giovane Troiana non lo degna nemmeno d’uno sguardo, rimane incupita da quel terrore, fissando l’immenso vuoto che solo l’interno della tenda poteva riempir, rimanendo muta come un pesce. Ma chi poteva pensare che una creatura così docile, piena di vita e di purezza immensa, potesse innamorarsi del Valoro Pelide?Eppure, eccolo lì, fiero e composto, sciacquandosi il volto sudato e odorante di morti, avvicinandosi con una leggera lentezza verso la Troiana, scrutandola con lo sguardo. Dopotutto, c’avrebbe messo del tempo per capire ch’egli fosse, come lui ch’ella fosse. Quando il Valoroso Achille si avvicinò alla giovane Troiana — con fare molto lento e deciso — essa ebbe un tuffo al cuore. Nonostante fosse un fugace e tremendo assassino che ebbe ucciso molti soldati, a quel singolo contatto in cui il Pelide le raccolse una ciocca di capelli e l’annusò, solo in quel momento sentì i brividi, ma non solo nella sua pelle— anche nel suo cuore ormai abbandonato. ‘’ Sei di razza reale ‘’ rispose angosciato, pian piano, il suo volto così maturo e valoroso s’avvicinò con delicatezza vicino alla Troiana ( tentando di studiare con una nivea attenzione la giovane sacerdotessa ), accompagnato con un gesto della mano, le stava sfiorando dolcemente quel volto da bambola di porcellana; percependo qualcosa nel suo cuore, ma ora — ora sentiva la mancanza di chiedere assolutamente scusa l-i-b-e-r-a-n-d-o-l-a da quelle corde. Una lacrima solcò il volto della giovane, sbiancato da quell’immensa sorpresa che aveva avuto nei confronti dell’eroe di guerra. ‘’’’ Io sono tua, Valoroso Achille’’ si disse tra se’ e se’, osservando con determinata attenzione il valoroso Pelide, adagiando timidamente le proprie fragili mani sulle ginocchia


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Sentimento dolce e potente
Amore puro che porta via
Dolore immenso che uccide





 

 

 

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