Poche settimane dopo la sua nascita le venne diagnosticata la CIPA, malattia per cui solitamente i bambini non superano i tre anni di vita. I genitori, così disperati, cercarono un modo per salvarla finchè tre anni dopo non incontrarono un uomo che disse loro di poter salvare Kaila, ma che avrebbe dovuto portarla in un laboratorio situato nella Siberia orientale e che loro non avrebbero potuto seguirla.
Disperati per la fine prossima della loro bambina, acconsentirono a lasciarla andare. Kaila, grazie ad un esperto team di medici, riesce a sopravvivere nonostante sia ancora affetta da CIPA. Dietro ricerche per il bene umano si svolgevano attività a dir poco inquietanti, era infatti presente una "scuola" apparentemente come tante ma che in realtà nascondeva un oscuro segreto: ricercava e addestrava bambini delle età più disparate per far in modo di diventare esperti assassini.
Kaila fu così addestrata ad essere tale. La prima volta che uccise qualcuno aveva sei anni.
Gli anni passarono, e di pari passo cresceva la bravura della giovane assassina. Che si distingueva sempre per il suo talento, soprattutto grazie al fatto che fosse affetta dalla sua rara malattia. Fu soltanto grazie al suo maestro Baar, che la giovane non perse mai la sua umanità. Ma purtroppo egli morì quando lei aveva 14 anni.
Kaila cadde così in una spirale d’odio e disperazione, sfogando tutto sull’arte dell’assassinio. Sebbene la giovanissima età il numero di vittime da lei provocate è indefinito. Due anni dopo le venne commissionato l’omicidio di una persona anonima, ma una volta scoperto che si trattava di un bambino testimone di un omicidio, si rifiutò di ucciderlo dando contro agli ordini dei suoi superiori il che equivaleva al tradimento.
Riuscì a scappare malgrado la massiccia dose di indagini a suo carico.

"Ho visto una bambina.
Poi ho visto la sua anima lasciare il suo corpo per sempre."