NOME: Ryan Jay Renfield
ETÀ: 34 anni
NAZIONALITÀ: Americana
NATO IL: 20/01/1989
SQUADRA: Scuderia Ferrari
N°DI GARA: 77

Classe 1989, ultimo di tre fratelli nato e cresciuto a Santa Barbara in California, Ryan Renfield ha sempre avuto una passione per la velocità e l’adrenalina. Figlio di un ex pilota di Formula 1 e di un’insegnante di pianoforte ha ereditato il talento e la precisione di suo padre oltre alla coordinazione e destrezza di sua madre. La sua storia si intreccia con quella del fratello maggiore Logan Renfield, pilota audace e talentuoso, il cui sogno era sempre stato quello di superare i successi di suo padre sulle piste di Formula 1. La sua carriera era in piena ascesa e molti lo consideravano il futuro del motorsport finchè non avvenne la disgrazia. Il tragico giorno dell’incidente, Logan stava partecipando al Gran Premio di Monaco, una delle gare più prestigiose e pericolose del circuito. Era in testa alla gara con solo pochi giri rimanenti, quando in una frazione di secondo, il destino prese una svolta devastante. In un angolo stretto e notoriamente difficile, noto come La Rascasse, perse il controllo del suo veicolo a causa di un guasto meccanico imprevisto e la sua auto si schiantò contro le barriere di protezione ad alta velocità, scatenando un incendio che avvolse rapidamente il veicolo. Nonostante gli sforzi immediati dei soccorritori, Logan fu estratto dall’auto gravemente ferito e non sopravvisse alle lesioni. La notizia della sua morte scosse il mondo delle corse e lasciò una cicatrice indelebile nella famiglia Renfield. Ciò nonostante, dopo aver studiato ingegneria meccanica all’Università della California, anche Ryan ha iniziato la sua carriera nel mondo delle corse come ingegnere di pista ma il suo destino era quello di essere sotto i riflettori. La grande occasione è arrivata quando è stato notato da un talent scout della Ferrari durante una gara locale. Impressionato dalla sua abilità e dal suo stile di guida, Ryan è stato rapidamente reclutato nel programma di sviluppo piloti della Ferrari. Ha scalato le classifiche vincendo numerose gare nelle serie minori, fino a diventare uno dei piloti più promettenti del team Ferrari. Oltre alla sua carriera in pista, Ryan è noto per il suo stile di vita alquanto glamour. Frequenta eventi di alto profilo, è appassionato di arte moderna e possiede una piccola collezione di auto classiche. Nonostante il successo rimane una persona con i piedi per terra, dedicando tempo al volontariato e supportando organizzazioni benefiche per bambini e adulti in difficoltà. Carismatico e affascinante, Ryan (R per gli amici e sulle piste) è amato dai fan e rispettato dai colleghi, noto per la sua determinazione e per la capacità di mantenere la calma sotto pressione. Fuori dalla pista, è un uomo riflessivo, che ama immergersi nei libri di storia dell’automobilismo e passare del tempo nella sua villa con vista sul Pacifico. Cose da sapere: ha un debole per la musica jazz e spesso si esibisce come pianista in locali esclusivi di Los Angeles. È un appassionato di tecnologia e quando possibile collabora con start-up innovative nel settore automobilistico. Ha un gatto siamese di nome Enzo, in onore di Enzo Ferrari.

La leggenda di “R” si è cristallizzata nella memoria collettiva durante la battaglia automobilistica sul circuito di Monza, in una giornata di pioggia. L’ultima gara della stagione era giunta al suo apice, e il campionato pendeva da un filo. Ryan, alla guida della sua Ferrari si trovava in una caccia serrata, in seconda posizione, braccato dal leader del campionato noto per la sua tattica difensiva implacabile e spesso al limite del regolamento. Il cronometro segnava i minuti finali della gara quando il destino giocò le sue carte: il leader, spingendo la sua monoposto oltre i limiti dell’aderenza, commise un errore fatale in una delle curve più tecniche e veloci del tracciato. La sua vettura, per un attimo perse trazione lasciando una porta aperta a Ryan. Fu l’attimo che aspettava. Con una destrezza che sfiorava l’arte, Ryan “R” Renfield sfruttò l’occasione, compiendo una manovra che sarebbe entrata nella storia. Calcolò l’angolo di attacco con precisione chirurgica, guidando la sua Ferrari all’interno della curva, le gomme che mordivano il cordolo, evitando per un soffio l’acquaplaning. La sua monoposto si librò sul filo del rasoio, in un equilibrio perfetto tra la potenza del motore V8 e le leggi della fisica, mentre il pubblico assisteva in silenzio reverenziale. Le due macchine, ormai in simbiosi, si lanciarono nel rettilineo, i loro specchietti laterali quasi a sfiorarsi, un duello di centimetri e millisecondi. Poi, con un’accelerazione che sembrava sfidare la stessa gravità, Ryan prese il sopravvento, il suo bolide rosso che fendeva l’aria e l’acqua, lasciando il suo avversario a contemplare la scia di vapore che si disperdeva nell’aria carica di pioggia. Il pubblico trattenne il fiato mentre le due vetture sfrecciavano fianco a fianco e tra il rombo dei motori e l’entusiasmo della folla, l’eco lontano del commentatore gridò le parole che avrebbero immortalato quel momento: “Incredibile! ‘R’ come Rivoluzione, ‘R’ come Resilienza, ‘R’ come Renfield! La Ferrari numero 77 non solo domina la pista, ma incarna lo spirito stesso della corsa!” E così, nacque il soprannome “R”, emblema di una manovra che aveva riscritto il codice dell’audacia e della maestria al volante.