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PROFILO INATTIVO (dal 2023-11-23)
Maestro - Lavoro: Bibliotecario
« On a dark new year’s night on the west coast of Clare, I heard your voice singing: your eyes danced the song, your hands played the tune; t’was a vision before me..»

GDR: Harry Potter

Categoria: Hogwarts - Grifondoro

Prestavolto: Delury Emma (inserito da me)


Se le avessero proposto la stessa cosa tempo prima probabilmente li avrebbe guardati tutti come se fossero usciti fuori di testa. Come se non la conoscessero da anni e da anni sapevano che lei era quella che non sarebbe mai sopravvissuta nella boscaglia selvaggia o in posti simili. Ma per quale motivo avrebbe dovuto preoccuparsene? Per quale motivo avrebbe dovuto rinunciarvi alla fine? Cosa mai poteva essere un graffietto? Prese il primo zaino capiente che riuscì a trovare dentro la sua vecchia stanza, che non aveva mai trovato tanto familiare come in quell’istante, infilando tutti gli indumenti necessari che gli capitarono a tiro e lasciandosi il mondo e tutto ciò che avrebbe potuto essere legato ad esso alle spalle. Nessun collegamento internet, nessun cellulare, solo una jeep con sette folli dentro che si portavano dietro solo la voglia di libertà andando lontano dalla realtà vissuta fino a quel momento.
Non le era rimasto nulla di suo se non i suoi adorati libri, che aveva scelto con cura per non appesantirsi e quel diario dove appuntava ogni esperienza vissuta come se fosse la prima volta. Non aveva niente della sua vita se non quelle persone, quegli attimi fra il terrore e le risate per colpa di qualche insetto o a causa di qualche rumore strano nel cuore della notte, le canzoni urlate a squarciagola mentre qualcuno strimpellava la chitarra e qualcun’altro scattava foto. Aveva lasciato la sua vita a Downpatrick, eppure non aveva mai vissuto come in quel mese di ordinaria follia.

c’è una grossa differenza dall’essere vagabondi al sentirsi tali; quando lo sei, sei costretto ad errare di luogo in luogo. sentirsi tale significa non trovare un posto in cui restare, rimanere costantemente estranei ad esso nonostante gli affetti. il mio posto è ancora indefinito, le mie ragioni inesistenti, le mie ancore dissolte..
Detestava in maniera sfacciata mettersi in mostra o stare sotto i riflettori, fin da piccola non sopportava troppi sguardi addosso e spesso si nascondeva dietro le gambe di sua madre quando la gente la fissava con costanza. Crescendo la cosa non fece altro che aumentare e nonostante non facesse nulla di proposito che potesse in qualche modo motivare tutti gli sguardi accadeva improvvisamente qualcosa di assurdo o bizzarro che la metteva puntualmente al centro dell’attenzione. A scuola era una presenza pari ad un fantasma, o forse ancor meno calcolata eppure immancabilmente le sue cadute facevano girare puntualmente una cinquantina di teste che stavano ferme fra lo stupito e l’incredulo non capendo come potesse ritrovarsi per terra di continuo.
Detestava gli sguardi e ancor di più il sentirsi così vulnerabile in loro presenza, rivelando un costante rossore sulle sue guance che addirittura qualcuno sostenesse non andasse mai via, odiava non poter essere tranquilla e spensierata come le tante streghe che attraversavano i corridoi della scuola, odiava quella forte sensazione che non riusciva a spiegare quando le persone la fissavano come se fosse troppo strana perfino per loro.

Amava l’odore dell’erba bagnata, quello che veniva fuori subito dopo un temporale e stava lì ad annusare l’aria e ad osservare il colore imbrunito delle foglie. Amava anche l’odore della legna bruciata, ma le avrei visto sempre quegli occhi lucidi ogni istante che il suo sguardo si fosse posato sulla legna del camino pensando magari allo scempio che l’uomo fa della natura e non l’avrei mai capita abbastanza guardandola sempre con una sorta di pena come se la pioggia non fosse altro che il suo pianto e quella legna la sua anima divorata dalle fiamme.

Ma perché sono così? Perdo il controllo. Non so stare solo. Ho bisogno di...manco io so di cosa. Che rabbia! Ho un iPod in compenso. Eh sì, perché quando esci e sai che ti aspetta una giornata al sapore di asfalto polveroso a scuola e poi un tunnel di noia tra compiti, genitori e cane e poi di nuovo, fino a che morte non vi separi, solo la colonna sonora giusta può salvarti. Ti sbatti due auricolari nelle orecchie ed entri in un’altra dimensione. Entri nell’emozione del colore giusto.


graphic 26.06.19 ;; ask: philantha ;; just ask, not copy.


 

 

 

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