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callmeSEBASTIANmorgenstern
PROFILO INATTIVO (dal 2014-10-23)
Grado Junior

GDR: Shadowhunters Free

Categoria: Cattivi


jonathan christopher morgenstern
S E B A S T I A N - V E R L A C


http://www.rolenet.altervista.org/filefoto/1680callmeSEBASTIANmorgenstern11082.png

http://24.media.tumblr.com/d42a22030a43d74bc74043f41da9bed7/tumblr_mkoiafEi3H1rstu7zo1_500.gif

In piedi, accanto a una delle ali, c’era Jonathan Christopher Morgenstern. Sebastian.
Allora era quello l’aspetto di suo fratello. Il suo vero aspetto, ora che era vivo, animato, in movimento.
Un viso pallido, tutto spigoli e linee rette, fisico alto e magro in divisa nera. Aveva i capelli di un bianco argenteo, non scuri come la prima volta che lo aveva visto, quando se li era tinti per imitare il colore del vero Sebastian Verlac. Il suo bianco naturale gli stava meglio. Gli occhi erano neri, guizzanti di vita e di energia.



— Sebastian, tu non sai niente di me. —
— Non è vero. —
Si avvicinò a Clary, prendendole il volto tra le mani. Il suo tocco era gentile, quasi esitante.
— Ho sentito un sacco di cose sul tuo conto, Clary. Di come hai affrontato tuo padre per la Coppa Mortale, di come sei entrata in quell’hotel infestato dai vampiri per cercare il tuo amico. Isabelle mi ha raccontato molte storie e poi ho sentito anche molte chiacchiere. E dalla prima volta che ho sentito il tuo nome, ho sempre voluto conoscerti. Sapevo che dovevi essere straordinaria.
Lei rise, turbata. — Spero di non averti deluso troppo.
— No — sussurrò Sebastian, facendole scivolare le dita sotto il mento. — Per niente. —
Le sollevò il volto verso il suo. Clary era troppo sorpresa per reagire, anche quando Sebastian si avvicinò e lei si rese conto, un po’ in ritardo, di cosa lui stava per fare. Istintivamente chiuse gli occhi, quando le labbra di Sebastian sfiorarono delicatamente le sue, mandandole brividi in tutto il corpo. Crebbe dentro di lei un desiderio potente e improvviso di farsi abbracciare, di farsi baciare, così da poter dimenticare tutto quanto. Sollevò le braccia e le allacciò dietro il collo di Sebastian, un po’ per tenersi in piedi, un po’ per attirarlo a sé.



Sebastian alzò le mani.
Erano senza dubbio quelle di sua madre: agili, affusolate, fatte per stringere una penna o un pennello. —Ho imparato a suonare gli strumenti della guerra— rispose. —E a dipingere con il sangue.
Io non sono come Jace.—


 

 

 

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