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empressedumal
PROFILO INATTIVO (dal 2023-01-04)
Grado Allievo
servatis a periculum; servatis a maleficum.

GDR: Free Gdr

Categoria: Vampiri

Prestavolto: Bandera Silvia






Il tuono della voce di mio padre spezza brutalmente il sogno ad occhi aperti che stavo vivendo facendomi precipitare nuovamente alla realtà, lo sentì urlare il mio nome a gran voce dalla locanda due piani sotto, lo sdegno nella sua voce poteva significare solo una cosa: Nicolas. Quasi come se fossi spinta dalla forza di gravità stessa mossi i passi senza neppure rendermi conto di quanto veloce stessi andando e di quanto avrei rischiato un osso rotto se fossi caduta in quella maniera dalle scale. Eppure niente mi avrebbe fermata, la voglia di raggiungere la mia meta superava qualsiasi difficoltà. Quando finalmente giunsi alla locanda lo vidi, ed il suo sorriso mi diede un forte colpo al cuore - sapeva quanto ero stata in attesa di vederlo. Presa dall’impulso di dovermi accertare che fosse reale gli corsi incontro sotto lo sguardo decisamente scocciato di mio padre ma più avanzavo più il resto diveniva un dettaglio di contorno rispetto al resto e lui nella sua totale eleganza si chinava per potermi afferrare fra le braccia. Nell’abbraccio la sua risata mi sciolse il cuore, dimostrando tutto l’affetto di cui era capace nonostante fosse un lupo solitario cresciuto praticamente senza amore prima della sua adorata sorella.
Stando fra le sue braccia notai il suo sguardo carico di sorpresa, era rivolto verso un giovane seduto ad un tavolo, i lunghi ricci biondi raccolti in un codino sulla nuca ed indossava il mantello che avevo visto giorni prima - sapevo chi fosse solo per sentito dire - era il figlio del marchese.


Per anni avevo aspettato notizie di Nicolas senza alcuna risposta. Per anni avevo vissuto con un uomo che doveva considerarsi famiglia ma che in realtà era un arrampicatore sociale ingordo di denaro capace di vendere la propria figlia al migliore offerente; - la mia famiglia era andata distrutta quella notte in cui Nicolas decise di andare via - per cui nessuno si meravigliò quando decisi di abbandonare l’Alvernia e la locanda per andare in cerca di mio fratello.
[. . .]
Parigi m’incantava; dovevo stare otto volte più attenta rispetto a la Puy, ma non avrei voluto mai lasciare quel luogo incantato. Più volte dovetti ricordare a me stessa che ero lì per una missione particolare; più volte la magia parigina mi offuscava facendomi perdere tutti i sensi. Mi parve di cercare per mesi, fino al punto di stare per gettare la spugna ed infine proprio mentre non cercavo me lo ritrovai davanti. Il teatro. Proprio come avevo fatto anni prima al solo pensiero di vederlo iniziai a correre a perdifiato sollevando il vestito pesante per lasciar ampio raggio alle gambe. Ma quando finalmente varcai la soglia venni pervasa da una sensazione così profonda di vuoto e tristezza da essere paragonabile alla morte; sperai di essere finita in un’incubo, vedevo mille volti bianchi fissarmi con aria sconcertata e preoccupata - giurerei di aver visto lacrime di sangue su qualche volto, ma di Nicolas nessuna traccia.


1985 - New Orleans.
Ophelie Duval era una giovane donna a capo di una promettente impresa seppur la gestisse in maniera strana. Di giorno l’avrebbe lasciata nelle mani di Jerome, un uomo che sapeva esattamente il fatto suo - suo fidato consigliere in ambito imprenditoriale; la sera lei stessa dirigeva il turno notturno, facendo lavorare l’azienda h24 con un ricambio di ottanta dipendenti ogni sei ore; non c’era da meravigliarsi che nelle ore notturne la presenza di ragazzi fosse alle stelle, qualcosa che lei stessa avrebbe trovato piuttosto utile per i suoi scopi. l’esagerata richiesta di informazioni portava i suoi impiegati a credere avesse un gran debole per il vampiro rockstar divenuto famoso in tutto il mondo per la sua autobiografia e perché no per aver praticamente spiattellato al mondo intero la sua vera identità - l’unico dettaglio è che il mondo non era ancora pronto per questo tipo di verità.
Era una notte quiete, priva di troppe rogne ed Ophelie stava leggendo "Il vampiro Lestat" mentre se ne stava seduta a gambe accavallate dietro la sua scrivania ed il vestito di seta finissima rosso cremisi le accarezzava le curve quando venne interrotta dalla presenza serafica di un volto noto. I ricci ramati gli accarezzavano il volto rimasto puerile. il giovane quindicenne avanzò con il suo sorriso criptico verso la ragazza accompagnato da una seconda figura - il ragazzo dell’intervista - gli occhi color miele si fusero in quelli cerulei della donna.
- Séraphine. -
- Armand. -
le labbra della giovane si incurvarono di pochi gradi, rivedendo dopo quasi due secoli quel giovane pluricentenario che le aveva insegnato tutto, avrebbe voluto odiarlo con ogni cellula del suo corpo per ciò che aveva fatto al suo povero fratello - ma sarebbe stato come odiare se stessa e non trovar pace.




Séraphine de Lenfent
ou empresse du mal.








« Fallen angels at my feet, whispered voices at my ear
death before my eyes lying next to me I fear.
She beckons me, shall I give in? Upon my end shall I begin?
Forsaking all I’ve fallen for I rise to meet my end »

c’è stato un tempo in cui credevo che le storie dei fantasmi fossero pura invenzione fatta per spaventare i fanciulli disobbedienti, un tempo riuscivo a razionalizzare le cose; un tempo in cui credevo di poter dire di non essere finita in un mondo folle.
suscita in me quell’ilarità del fanciullo disobbediente di fronte alle leggi pensare che proprio in quel tempo, ero stata folle come non mai.

pg: non nuovo | ricreato I° volta in data: 18.04.19 - ricreato II volta in data 23.01.2020
graphic: 18.04.19 | music: paganini by david garrett - "la campanella"




 

 

 

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