Nacqui a Londra nel 1643.
Crebbi con mio padre, un pastore anglicano che, nelle sue crociate contro il male, dava la caccia a streghe, vampiri e lupi mannari. All’età di 23 anni, in uno scontro, rimasi ferito: diventai un vampiro, ma consapevole delle ideologie di mio padre e di ciò che ero diventato, tentai di annientarmi in più occasioni senza mai riuscirci. Rimasi a lungo isolato ma poi capii che potevo sopravvivere anche bevendo sangue animale e così cominciai a viaggiare in Europa, frequentai diverse università e mi specializzai in medicina. All’inizio del Settecento vissi anche in Italia, insieme ai Volturi, ma non condividendo il loro stile di vita decisi ben presto di partire alla volta del Nuovo Mondo.
Cominciai una nuova vita e a lavorare come medico. In quegli anni conobbi un ragazzo, Edward, che stava morendo di spagnola e, convinto dal desiderio di salvarlo, lo trasformai e per un pò viaggiai in sua compagnia. Qualche anno dopo mi imbattei in una giovane donna gravemente ferita, Esme, che avevo conosciuto dieci anni prima: sapevo di non poterla salvare con metodi convenzionali, perciò spinto dal suo dolce ricordo la morsi e attesi con lei ogni istante finchè non si risvegliò. Inevitabilmente mi innamorai di lei e poco dopo ci sposammo.
La mia famiglia si allargò con l’avvento di Rosalie, che trasformai in seguito alle violenze che aveva subito. Solo due anni dopo lei trovò Emmett, in balia di un orso, e successivamente alla trasformazione si sposarono. Si unirono a noi anche Alice e Jasper con il tempo, ed insieme ci trasferimmo a Forks, nello Stato di Washington.
Ora abitiamo qui ed anche Edward ha trovato la compagna che ama: Bella, che dopo il matrimonio e la gravidanza ci ha donato una dolcissima nipotina, Renesmee, ed è diventata parte di noi in seguito alla sua trasformazione.
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« Carlisle li ha trasformati perché se non lo avesse fatto
sarebbero morti.
Lui non mette fine alle vite, le salva. »
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Ho incontrato un Angelo. Gli angeli non "abitano"
in paradiso, non hanno le ali né volano qua e là.
Vivono in terra e li incontri nel quotidiano, li riconosci
dall’anima che li guida in ogni gesto compiuto.
Li incontri in un giorno qualsiasi quasi per miracolo,
sono lì pronti ad accoglierti,
a donarti conforto o regalarti un sogno.
O semplicemente ad impedirti di
precipitare in quel buio senza fine.
Ti insegnano il senso di parole come “amicizia”, “donare”, ed “aiutare”, e questo senza neppure averti mai
guardato negli occhi.
Spesso lontani con il corpo, ma vicini con il cuore
e con l’anima.
A volte portano il tuo nome.
Esme
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